Mosaico Verde un progetto per l’ambiente con l’UNITUS
Piantare 300.000 alberi in tutta Italia e promuovere la tutela e il recupero di 30.000 ettari di boschi abbandonati, tutto in 3 anni: è questo l’ambizioso progetto Mosaico Verde, ideato e promosso da AzzeroCO2 e Legambiente con il patrocinio dell’Università degli studi della Tuscia. L’operazione, che mira all’adattamento dell’ambiente ai cambiamenti climatici, vede la stretta collaborazione di enti pubblici e aziende che si uniscono per un mondo migliore. Il progetto ha convinto tantissime realtà, tra cui, appunto, l’Università della Tuscia che ha dato il patrocinio attraverso il Dipartimento per l’Innovazione nei sistemi biologici, agroalimentari e forestali. Il DIBAF – un laboratorio di ricerca e didattica per l’innovazione scientifica dei processi di valorizzazione, salvaguardia e gestione dei sistemi biologici, delle risorse forestali, della trasformazione e sicurezza agroalimentare – sostiene Mosaico Verde insieme ad altre importanti realtà quali FSC Italia, Kyoto Club, Associazione Foreste di Pianura, Università degli Studi di Padova, Crea, Città Metropolitana di Torino e Ambasciata Britannica di Roma.
Come è nato il progetto Mosaico Verde. Secondo il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, nei prossimi anni l’Italia vedrà crescere il numero di giornate con temperature sopra i 30° e vedrà diminuire le precipitazioni. È l’ennesima dimostrazione che il cambiamento climatico è ormai realtà. Per questo è necessario, da subito, adottare delle strategie di adattamento per limitare i danni. Ma non sempre, per i Comuni, un’operazione del genere è facile da mettere in atto (sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista tecnico). Di qui l’importanza di Mosaico Verde che metterà a disposizione di enti e aziende una piattaforma per regolare l’incontro tra l’offerta di aree comunali disponibili per la forestazione e il desiderio delle aziende di investire risorse in progetti di rimboschimento come misura di Responsabilità sociale di impresa.
Il funzionamento è semplice: l’azienda che vuole investire in progetti di Responsabilità Sociale d’Impresa potrà sostenere la realizzazione di nuove aree verdi o il recupero di boschi abbandonati in uno o più Comuni aderenti alla campagna e gli enti locali faranno la loro parte impegnandosi a redigere uno studio strategico per l’adattamento ai cambiamenti climatici. I progetti di riqualificazione finanziati dalle aziende potranno essere realizzati in aree urbane, extraurbane e a rischio di dissesto idrogeologico rispettando i requisiti di sostenibilità ambientale e le normative vigenti in tema di vincoli paesaggistici.