L’università Agraria di Tarquinia, gestita finora per scalate politiche ha fatto il suo tempo; serve un cambiamento profondo per amministrare gli usi civici nel modo migliore, senza lo zampino delle segreterie politiche e senza sprechi.
I politici che si spartiscono, oggi di destra ieri di sinistra, i brandelli dell’Università Agraria agiscono da padroni e sottraggono ai tarquiniesi il diritto di sentirsi collettivamente proprietari del grande patrimonio dell’ente. E un ente pubblico che non raccoglie la partecipazione dei cittadini, sia come elettorato attivo, da elettori, che passivo, da candidati, ha già fallito. Il Movimento 5 Stelle di Tarquinia da oltre 5 anni dichiara la propria contrarietà all’inettitudine dei partiti incapaci di far fruttare terre e immobili, creando lavoro e benessere per la città. Anche questa volta il M5S non prenderà parte alla farsa elettorale che si sta consumando per legittimare politicamente un’amministrazione composta da un presidente, 16 consiglieri, 4 assessori e addirittura un presidente del consiglio. Questa volta saranno tutti della stessa area politica ma già stanno litigando per le poltrone.
Il M5S vorrebbe invece che il patrimonio, integro e intoccabile, dell’Università Agraria fosse amministrato da un CDA di persone competenti sotto la vigilanza del Sindaco e del Consiglio Comunale di Tarquinia, con una gestione realmente democratica, meno partitica e meno dispendiosa dei beni di uso civico, che manterrebbero comunque la loro autonomia rispetto al bilancio e al demanio comunali.
Le prossime elezioni per il rinnovo del CDA dell’UA, previste il prossimo 10 dicembre, raffigurano esattamente il fallimento di questo sistema di gestione e dell’attuale statuto. La “farsa” prevede un solo candidato presidente, che senza addentrarci nei quorum necessari, rappresenta di per sé una situazione paradossale che non lascia spazio a troppe interpretazioni: l’attuale Ente ha fatto il suo tempo.
Nell’attesa – certamente non breve – e nella speranza che la nuova legge nazionale sui “Domini collettivi” produca effetti positivi sulle università agrarie italiane, il M5S di Tarquinia continuerà a chiedere un referendum per lo scioglimento dell’ente agrario, come previsto dalla legge e dall’attuale statuto, e diserterà le urne il 10 dicembre, come moltissimi cittadini, stufi di questo ennesimo spreco di risorse pubbliche.