CERVETERI – Emozioni profonde e stupore, queste sono le sensazioni che siamo piacevolmente abituati a provare seguendo gli eventi ideati dal regista e attore Agostino De Angelis, nell’ambito della quarta edizione del progetto “Sulla Strada degli Etruschi”. Con lui siamo tornati a camminare con un interesse nuovo in luoghi come la Tomba delle Cinque Sedie, addirittura a riscoprire la stessa Necropoli o a conoscere siti archeologici difficilmente accessibili al pubblico, come il criptoportico della Villa di Pompeo a Marina di San Nicola. Location nelle quali il regista ha ideato eventi culturali di grande spessore e rilievo, di interesse storico, teatrale, letterario e artistico in senso lato, rivalutando aree archeologiche spesso non considerate per il valore immenso che posseggono.
Un’opera encomiabile nella quale il De Angelis è coadiuvato dalla impeccabile organizzazione dell’associazione Archéoteatron nella persona del presidente Desirée Arlotta, e che è resa possibile dal Parco Archeologico Cerveteri Tarquinia e dal direttore Vincenzo Bellelli e dai patrocini di Regione Lazio e Città Metropolitana di Roma Capitale e Comune.
Ma l’evento che si è svolto ieri presso il Museo Archeologico Nazionale Cerite ha avuto un sapore ancora più particolare. La location è stata il semplice cortile del Museo, dove un folto pubblico si è accalcato, restando volentieri in piedi per tutta la durata della stupenda esibizione teatrale offerta dagli alunni della VA dell’I.C. Salvo D’Acquisto guidati dalla maestra Daniela Finocchiaro. I ragazzi hanno recitato alcuni brani dell’Iliade, impersonando splendidamente nomi mitici come Achille, Patroclo, Sarpedonte, Priamo, Ecuba, Cassandra e tanti altri, portando in scena in modo spettacolare il frutto dell’intenso lavoro didattico svolto da De Angelis nei mesi scorsi.
Tutti vestiti con costumi che ritraevano l’atmosfera, adornati con gentili coroncine di fiori le attrici, che leggiadre fungevano da voci narranti e da magnifiche interpreti, o con corone potenti gli attori, che brandendo spade a voce alta dominavano la scena. E all’improvviso, come sempre accade assistendo a un lavoro ideato dal regista, il semplice cortile è divenuto un teatro magnifico, mentre nella perfetta recitazione dei giovani attori prendevano nuova linfa le antiche mura, l’ampia scalinata, i misteriosi archi.
Giovani attrici e attori si muovevano con armonia seguendo i silenziosi, celati ma determinati comandi del regista. Uno spettacolo unico che ha insegnato a tutti come si può far rivivere i luoghi, la cui esistenza siamo portati spesso a considerare scontata. Il regista ha dimostrato ancora una volta come la natura e la storia possono offrire una scenografia di inestimabile valore.
Meritatissimo il prolungato ed emozionato applauso che i giovani interpreti hanno saputo accogliere con la modestia e l’orgoglio di grandi attori abituati a calcare teatri più famosi, ma non meno significativi. Ci si chiede se non sia proprio Agostino De Angelis colui che, attraverso una profonda e sapiente azione didattica, potrà indirizzare l’interesse delle nuove generazioni alla riscoperta del territorio e della storia, così come dell’arte e dei classici.