Finisce con un nulla di fatto la vicenda della presunta diffamazione commessa dal consigliere pentastellato Rolando La Rosa in danno dell’ex sindaco Pietro Tidei.

La decisione presa nei giorni scorsi dal Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Civitavecchia, Dott.ssa Paola Petti, dopo una breve camera di consiglio di pronunciare sentenza di “non luogo a procedere” per l’indagato dà piena ragione alla difesa di La Rosa.

Non ci sarà, quindi, nessun processo per il consigliere comunale di maggioranza, querelato da Pietro Tidei.

Era il settembre 2016 quando alcuni organi di informazione battevano la notizia secondo cui, nel corso del suo intervento alla kermesse nazionale del Movimento 5 Stelle, svoltasi a Palermo nel week end tra il 24 e il 25 settembre del 2016, il consigliere comunale Rolando La Rosa avrebbe proferito dal palco presunte frasi contenenti affermazioni diffamatorie in danno di Tidei.

Considerazioni che l’ex sindaco Tidei aveva considerato lesive della propria immagine, presentando di conseguenza denuncia-querela per diffamazione aggravata dalla pubblicazione sui social e sui giornali telematici del video che ritraeva La Rosa sul palco di Palermo. A seguito di opposizione del difensore di Tidei ad una prima richiesta di archiviazione del P.M., il Gip di Civitavecchia aveva ordinato invece al medesimo P.M. di formulare l’imputazione per diffamazione nei confronti di La Rosa, chiedendone il rinvio a giudizio.

Nei giorni scorsi l’epilogo della vicenda.

Il Gup, dopo aver ascoltato Pubblico Ministero e il difensore di Pietro Tidei, Avv. Ernesto Tedesco, si è concentrato nell’ascolto della difesa dell’Avvocato Davide Capitani, che insieme al collega Avv. Alessio Fabi, difende La Rosa.

Dopo essersi ritirato in camera di consiglio il Gup ha emesso sentenza di proscioglimento perché il fatto non costituisce reato.

“Una decisione che ci soddisfa apppieno. Mi sono soffermato sul diritto di critica politica, anche dura e sferzante, che è fisiologicamente connotata in chi svolge continuativamente tale attività – spiega l’avvocato Capitani – dimostrando pertanto come le ipotesi anche allusive del proprio assistito, in quanto proferite in una sede e di fronte ad una platea ovviamente di parte, non possono costituire reato se attinenti a specifiche problematiche di lotta politica.”.

“Nei miei confronti c’è stata una vera e propria gogna mediatica – afferma Rolando La Rosa – la politica da prima Repubblica in questa vicenda ci ha messo lo zampino per contrastare il mio impegno politico. Risultato? Che per il Giudice le  mie esternazioni sono assolutamente legittime e mai e poi mai possono essere una diffamazione. Scontenta e sconfitta ancora una volta la vecchia politica di Civitavecchia che strumentalizza qualunque fatto di cronaca per attaccare l’amministrazione comunale ed i suoi esponenti. Spero che in futuro ci si confronti nell’aula consiliare e non in quella giudiziaria”.

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