Non c’è argine alla violenza di genere (Rubrica a cura del Dr Remo Fontana, Criminologo)
La violenza psicologica induce nella vittima una sorta di paura costante e una pressione permanente.
(Quarta Parte)
Iniziamo con la violenza psicologica, che molto sinteticamente è forse quella più subdola, che induce la donna ad una sorta di paura costante, nel fare o non fare una determinata cosa e/o azione, una pressione permanente, che con il tempo ed ovviamente questo dipende dalla personalità e dalla sensibilità della vittima stessa, la può portare all’insorgere di patologie psichiche più o meno gravi, che possono contribuire ad allontanarla dalla vita sociale e dal suo lavoro, spesso difficili da curare e che in non pochi casi, possono accompagnare la donna per la sua intera esistenza. Violenza psicologica è anche quella perpetrata nei confronti della vittima, per mezzo dei figli e degli animali di compagnia, minacciando di procurare loro del male o di allontanarli.
Alla violenza psicologica si aggiunge anche quella verbale, le quali possono andare di pari passo. Consiste nella volontà di sottomettere la vittima mediante urla e grida, ma anche minacciando verbalmente violenze nei suoi confronti o in quelli di altre persone o animali a questa care.
Per quanto riguarda la violenza fisica, credo ci sia ben poco da dire per rappresentarla. Ogni atto che infligge costrizioni o lesioni alla persona, rientra in questa fattispecie, come tanto per mero esempio, tirare i capelli, calci e pugni, stringere il collo, schiaffi e chi più ne ha più ne metta, sono considerati tali e puniti specificatamente dal nostro ordinamento penale, (il quale recentemente ha voluto rivedere al rialzo le pene come pure i termini di prescrizione del reato ed anche quelli per la presentazione della querela, che non sto in questa sede a riportare), prevedendo inoltre aggravanti qualora tali atti siano commessi nei confronti di un minore, di persona portatrice di disabilità per la quale la legge prevede apposite cautele, ma anche per l’avere agito nei confronti della vittima in modo travisato e/o con la minaccia delle armi.