Le persone che subiscono un abuso vanno recuperate attraverso una speciale rete di assistenza.
(Ottava Parte)
Le indagini vanno eseguite minuziosamente e con estrema imparzialità a 360°, al fine di tutelare prima la vittima, anzi le vittime, poiché come detto, anche se l’azione può essere commessa nei confronti di una singola persona, subentra poi la violenza
assistita allargando così il range dei danni alle varie persone che ne vengono coinvolte, ma a prescindere dalle azioni giudiziarie da intraprendere, anche cercando di recuperare l’abusante, che questi sia di sesso maschile che femminile, coinvolgendo i vari servizi socio-sanitari.
Non sarà così facile e semplice allontanare un abusante, che seppur necessario, il distacco coinvolgerà inevitabilmente il resto della famiglia, in molti casi oggi anche “allargata”. A questo punto entra in gioco la rete. Che cos’è?
In alcune realtà della nostra penisola, solo per rimanere in Italia, già da alcuni anni si sta cercando di organizzare un sistema di rete, che in ogni caso di violenza, sopruso, abuso, dovrebbe entrare in azione coinvolgendo una serie di istituzioni ed associazioni di volontariato, le quali anche mediante uno schema preordinato, comunque variabile e soggetto a continui aggiornamenti, entra in azione per cercare di risolvere ogni problematica che fa capo alla violenza di genere. In tale rete, estensibile modularmente, sono necessariamente coinvolti gli organi di polizia che ricevono per primi le denunce, come pure le varie associazioni di volontariato contro le violenze di genere, alle quali in alternativa si rivolgono molte vittime, i servizi sociali, le scuole, i servizi sanitari, psicologi e sociologi, ma anche rappresentanti di strutture di accoglienza e case famiglie.
E’ facile capire la necessità di assicurare alla giustizia chi si rende colpevole di violenze, ma forse meno facile intuire le difficoltà che ne derivano ed al contempo l’eguale esigenza, sia di recuperare per quanto possibile l’abusante, ma anche e soprattutto la vittima di violenza e le c.d. vittime assistite, che come già detto, ruotano attorno alla vittima principale e divengono parte integrante delle violenze.
Questa rete, non è sempre presente in ogni luogo del Paese, ma si rende sempre più necessaria ed è creata grazie alla buona volontà e perspicacia di pochi individui. Molto spesso, l’organo di polizia che riceve la denuncia, specie se questa di una certa gravità, magari di domenica, di notte o comunque in un giorno festivo, si trova nell’impossibilità immediata di reperire strutture idonee atte ad esempio ad ospitare la donna vittima ed i suoi figli al fine di allontanarli dal suo persecutore. E’ facile intuire, che un ritardo in tal senso potrebbe risultare fatale ed irreversibile.