Nosce te Ipsum – Articolo a cura del dott. Alessandro Spampinato
Tutti i giorni ci svegliamo e iniziamo le nostre attività. Facciamo colazione, ci prepariamo per andare a lavoro dove svolgiamo il nostro ruolo e esercitiamo le nostre competenze, intorno alle h 13 ci prepariamo per il pranzo, poi ritorniamo a lavoro e poi la cena, ecc. e così i fine settimana, le feste, le vacanze. Se ci pensiamo bene più o meno facciamo un po’ tutti le stesse cose, rispettiamo più o meno gli stessi orari, abbiamo più o meno le stesse abitudini. Quando lo schema non funziona perché siamo da soli, abbiamo problemi col lavoro o non sappiamo con chi uscire entriamo automaticamente in ansia. Cosa è successo all’uomo? Cosa sta succedendo a questo mondo? Le nuove generazioni, poi, sono totalmente immerse e permeate della realtà virtuale, fatta di social, chat, videogiochi. Se un adolescente non possiede un tablet o un computer è un emarginato! Il nostro stile di vita sta imprigionando sempre di più le nostre vite e costringendo le nostre scelte. Chi non risponde agli orari, alla tecnologia e al linguaggio web è sempre di più un alieno! Ci stiamo trasformando da consumatori, quali siamo stati fino agli anni novanta, a schiavi! Oggi è veramente difficile incontrarsi fisicamente per passare un po’ di tempo insieme, magari senza fare niente, solo per parlarsi e conoscersi. Tutti hanno fretta, sono nervosi, diffidenti, hanno poche cose da dirsi e si annoiano. Le case sono sempre più solitarie, le famiglie divise, le librerie vuote! I negozi di musica sono quasi tutti spariti, gli eventi culturali assenti o boicottati. Ciò che accomuna le persone sono gli eventi straordinari, gli orari stabiliti, l’ansia del vivere quotidiano e l’angoscia per il futuro. Perché l’uomo ha smesso di interrogarsi? Non siamo macchine, non siamo pedine di un sistema o ingranaggi di un orologio. Siamo persone dotate di coscienza, autocoscienza e intelligenza. Siamo anime in cammino esistenziale e in quanto tale abbiamo bisogno di conoscerci, di fare esperienze umane, di dialogare, di volerci bene e di capire. Abbiamo bisogno di cultura, di conoscenza, di confronto reciproco e, quindi, anche di tempo per noi e per gli altri. Se mancano la consapevolezza di sé, il confronto e la condivisione con gli altri la coscienza va in anoressia, si chiude, si addormenta e la nostra ombra, il nostro lato oscuro, il nostro inconscio prendono il sopravvento e spalancano le porte del nostro inferno personale. La rabbia, la paura, la solitudine, l’odio sono tutte dimensioni che provengono da quella nostra zona d’ombra, dove la luce della coscienza non arriva. La consapevolezza produce una visione chiara e distinta di chi siamo e di cosa ci accade, attinge alle nostre risorse e capacità per rispondere all’ambiente e ci sostiene nel nostro cammino esistenziale. Se questa luce interiore manca le tenebre piombano su di noi e ci ammaliamo di tutto, di lavoro, di sballo, di ansia, di panico, di depressione, ecc. Ricordiamoci chi siamo, sforziamoci di imporre la nostra natura su questo sistema politico, economico, sociale e sotto-culturale in cui siamo immersi. Noi siamo il centro della vita, il sale della terra, la luce di questo mondo e non le banche, i partiti o la folle corsa al progresso tecnologico. Chi non ha più tempo per conoscere se stesso, la natura e la verità è schiavo di qualcosa o di qualcuno o è ipnotizzato dal lavoro e dalla tecnologia. Domandiamoci quanto tempo è passato dall’ultima volta che abbiamo letto un libro o abbiamo passato una serata seduti davanti ad un camino da soli a pensare o a chiacchierare liberamente in buona compagnia. Domandiamoci quando è stata l’ultima volta che ci siamo concessi il lusso di perdere tempo! Ci crediamo persone ricche e libere e invece siamo animali in gabbia ipnotizzati, pieni di paure e rabbia. Apriamo gli occhi fisici e il cuore e svegliamoci da questo sogno! La vera realizzazione e la felicità hanno a che fare con la conoscenza di chi siamo e della vita che stiamo vivendo.
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