Quando l’offesa è anche ignoranza
Gli epiteti “puttana e troia” risalgono all’antichità. La loro genesi significa ben altro e non ha nulla a che fare con l’uso odierno.
L’etimologia risale ai tempi delle crociate. Quando gli uomini partivano per la Palestina per salvare i cristiani ed al tempo stesso a massacrare donne, vecchi e bambini. Le donne, spesso rimanevano sole a casa, lasciate al totale abbandono e senza risorse, indifese da tutto. Va detto che in quel periodo, una donna che uccideva un uomo anche solo per difendere la propria vita, nel 100% dei casi veniva condannata a morte. Per tanto va da se che ogni violenza, ogni atto di brutalità commesso
nei loro confronti, rimaneva impunita.
Il termine “Puttana” sta ad indicare una parola d’origine a cui fu accomunata erroneamente e arbitrariamente un tipo di
donna ossia, la prostituta. Nell’uno come nell’altro caso, la violenza era la costante che caratterizzava allora come oggi
l’atto vile dello stupro. La parola deriva da “Putto” ossia bambino e che nulla a che vedere con altre questioni se non questa.
Quando le povere sventurate rimanevano da sole era facile che dei “Pellegrini” pernottassero nelle loro case, ed approfittassero dell’ospitalità e della donna stessa, stuprata e quasi sempre messa incinta, ella era obbligata a disfarsi dei
bambini nati, vendendoli ai signorotti o ai viandanti che cercavano schiavi sessuali il più delle volte. Quindi due volte vittime.
Le donne erano oggetto di ogni tipo di violenza, sia fisica che psicologica, nessuno ne prendeva le parti, nessuno puniva i loro aguzzini e questo, perché c’era l’assurda convinzione la donna fosse portatrice del “Peccato originale” e che per questo meritasse ogni forma di umiliazione.
Ogni volta che vengono usate parole quali ”Puttana” o “Troia”, non solo si reca una grave offesa ma si dimostra di non conoscere neanche la vera origine delle parole. Tutto nasce unicamente dal comportamento sbagliato degli uomini che pensano di essere migliori ed in diritto di dire o fare ciò che vogliono. Anche il termine “Troimagesia” non sta di certo ad indicare una donna di facili costumi. No. Troia era una città e la parola si riferisce ad Elena, una donna forte e coraggiosa dal momento che decise di lasciare Menelao, marito possessivo e violento per il più mite Paride figlio di Priamo re di “Troia”. Per tanto, quando usate anche questo termine sappiate che siete anche li doppiamente in errore. Uno perché lo usate come forma d’offesa nei confronti delle donne,
secondo perché non ha nulla a che vedere con le donne.
(fonte: www.ilnuovomondodanielereale.blogspot.it)