“Sono anni che ribadisco, come vox clamans in deserto, che un comparto vitale come quello del terziario sia a tutti gli effetti sottovalutato, reputato residuale da parte della politica; questo nonostante i dati reali relativi al pil prodotto in questa città da parte di commercio e turismo, dal numero di aziende presenti e dal numero di occupati in questo settore. Per ragioni incomprensibili la politica approccia questo settore come se fosse una cenerentola; la stessa sottovalutazione avviene da forze sociali e istituzioni.
Ricordate il fallimentare progetto del terminal del gusto, presentato nonostante le perplessità di una categoria, ma sbandierato come futuro sviluppo occupazionale? O l’attuale progetto dell’outlet assai similare che vede una categoria intera, E chissà,forse anche l’intera città contraria, perché metterebbe fine ad una sinergia tra porto e città, che da decenni, nonostante protocolli, accordi intese. Non riesce a decollare.
Ora si scopre che nonostante privacy ,tutele, si sia andato, presso i negozi a fotografare, senza nemmeno un minimo di buona creanza vetrine, pubblicità, attività, locandine; neanche si trattasse di una operazione di polizia, o di servizi segreti.
Ha ragione il presidente Ascom quando dice che nemmeno nei confronti di delinquenti incalliti non si rispettino norme civili di normale educazione. Questo perché i commercianti sono reputati semplici evasori, categoria non produttiva, e non vere aziende, imprese produttive; a meno che non si sia nel periodo elettorale, per cui il settore non assume di nuovo dignità e rispetto con presenze e banchetti al mercato.
Ho apprezzato nel passato la difesa ad oltranza dell’ assessore D’Antò per un commerciante accusato di inquinamento presso la marina. Sarebbe giusto che almeno ora si chiedesse scusa a tutti i commercianti per delle azioni che poco hanno a che fare con sviluppo produttivo o normale attività che sfiorano invece persecuzione e maleducazione”.