Dopo il chiarimento del Viminale sulla possibilità, delegata ai Sindaci, di chiudere piazze e vie per evitare assembramenti, anche il Ministero dell’Istruzione è intervenuto per definire i limiti entro i quali muoversi in merito alle nuovo disposizioni contenute all’interno del Dpcm annunciato domenica sera dal premier Conte. Il testo dispone per le scuole secondarie il ricorso alla didattica digitale integrata, che deve comunque rimanere complementare alla didattica in presenza, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9.00. E questo a partire da domani. Un passaggio contestato dai dirigenti scolastici che, durante l’estate, avevano lavorato ognuno con la propria “squadra” per garantire una ripresa di anno scolastico nel pieno rispetto delle norme, del distanziamento e della sicurezza, incastrando orario, rimodulando lezioni, riorganizzando completamente gli istituti. Andare oggi a posticipare di un’ora l’ingresso a scuola, senza poter contare su una rimodulazione dei trasporti pubblici – questo il problema principale sorto in molti piccoli e medi comuni, come Civitavecchia – sarebbe un problema.
Ma è la nota del Miur a riconoscere lo sforzo compiuto da tutti per garantire l’avvio dell’anno scolastico 2020/2021, ricordando come “ad oggi, le istituzioni scolastiche si dimostrano essere uno dei luoghi più sicuri sul territorio nazionale”. Il Ministero spiega quindi che “la disposizione normativa è di carattere generale e fa espresso riferimento agli “specifici contesti territoriali”; pertanto – si legge – non dispone in maniera perentoria di modificare l’esistente in assenza di dichiarati stati di criticità o di pericolo. Dove le situazioni territoriali, anche grazie al lavoro concertato durante i mesi estivi, hanno mostrato di funzionare, nulla ha la necessità di essere al momento cambiato, fatte salve eventuali situazioni di criticità da esporre e affrontare ai tavoli regionali. Solo ed esclusivamente “previa comunicazione al Ministero dell’istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali”, le istituzioni scolastiche saranno chiamate ad adottare ulteriori “forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999 n. 275, incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane complementare alla didattica in presenza, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9.00”.
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