Le misure per combattere il Coronavirus nel nuovo Dpcm: lungo vertice fra governo e Regioni. Il premier Conte ne ha illustrato i contenuti nel corso di una diretta tv.

È stato un lungo confronto quello fra governo e Regioni sulle nuove misure da adottare per contenere l’epidemia di Coronavirus, durato quasi tutta la giornata di domenica. Ma oggi viene varato come previsto il nuovo Dpcm per fermare i contagi da Covid 19. Alle 21.30 il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato in tv, per spiegare i dettagli delle misure decise (leggi qui l’articolo sul nuovo Dpcm). Conte riferirà alle Camere martedì o mercoledì.

Il Dpcm che il presidente del Consiglio firmerà entro stasera prevede una stretta decisa per limitare gli assembramenti e ridurre le occasioni conviviali, che gli esperti ritengono ad alto rischio di contagio. L’ultimo bollettino, del 18 ottobre, ha registrato un aumento record di casi: 11.705 in 24 ore.

Il nodo ristoranti ha fatto discutere a lungo il governo con le Regioni e con il Comitato tecnico scientifico. La soluzione raggiunta conferma la chiusura alle 24. Per i bar, i pub e altri locali viene anticipato alle 18 lo stop alla vendita non al tavolo. È stato oggetto di una lunga discussione il numero massimo di sei persone per tavolo, che alla fine è entrato nel nuovo Dpcm.

Deciso anche lo stop a sagre e fiere locali.

È rimasta aperta fino all’ultimo la questione relativa alle palestre e alle piscine che – sottolineano all’agenzia Ansa fonti del ministero dello Sport – «come settore hanno affrontato ingenti spese per adeguare i propri spazi ai protocolli di sicurezza, e che nessuna evidenza scientifica denuncia focolai in relazione all’allenamento individuale nei luoghi controllati». Alla fine è stato deciso di permettere a palestre e piscine di rimanere aperte, ma con una settimana di tempo per adeguarsi ai nuovi protocolli di sicurezza. Chi non si adeguerà, dovrà chiudere tra sette giorni.

Il Dpcm imporrà alla pubblica amministrazione di far lavorare i dipendenti in smart working al 75 per cento e questa regola verrà proposta, come forte raccomandazione, anche alle aziende private. Il decreto sospenderà anche le riunioni in presenza, invitando le imprese, gli studi professionali e ogni altra categoria di lavoratori a convocare le riunioni in video conferenza, limitando al minimo indispensabile i meeting dal vivo.

Fonte CORRIERE DELLA SERA

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