Occupazione, punto di non ritorno
È un grido d’allarme quello che arriva da sindacati, metalmeccanici e portuali sulla crisi evidente che sta attanagliando il territorio: il 24 luglio lo sciopero nazionale servirà ad evidenziare le criticità. Torre Nord e porto: da qui partono i problemi. La proposta è quella di far realizzare ad Enel bacino di carenaggio e darsena grandi masse
CIVITAVECCHIA – «Siamo ad un punto di non ritorno. La misura è colma. La diplomazia ed il dialogo sono strade che abbiamo già percorso, ora è il momento di far capire, in altri termini, la criticità di questa situazione». Enel e porto. Con i problemi che investono queste due realtà pronti ormai ad affogare anche gli altri settori cittadini, a partire dal terziario. Lo hanno ribadito, a gran voce, sindacati, lavoratori, metalmeccanici, rappresentanti di imprese portuali, vertici della Cpc. Tutti uniti in una battaglia che è e deve essere la battaglia del territorio. Ci si stanno rimboccando le maniche per bloccare non solo il porto, o quello che ne è rimasto, ma la città. «Si stanno sommando le due criticità estreme – ha spiegato il segretario della Filt Cgil Alessandro Borgioni – servono risposte, anche nel brve periodo, non solo a medio e lungo termine. L’adesione, a livello locale, allo sciopero nazionale del 24 luglio è un’apertura per evidenziare, con la protesta, le criticità e richiamare le istituzioni, Governo, Regione e Comune, alla responsabilità». Secondo la Filt il porto è bloccato «da un sistema decisionale che non funziona – ha aggiunto Borgioni – finora si sono spostate e rinviate le questioni, mai affrontate e risolte. Mancano i traffici, mancano le merci: questo scalo così non è attrattivo». E la proposta, per risolvere la questione legata alla riconversione della centrale Enel di Tvn da carbone a gas, con l’evidente perdita di posti di lavoro, e risollevare anche le sorti dello scalo, come sottolineato anche dal segretario della Fiom Cgil Giuseppe Casafina è rappresentata dalla realizzazione, da parte proprio di Enel, della Darsena Grandi Masse e del bacino di carenaggio, al posto ad esempio del cantiere ex Privilege, fondamentali per il territorio. «Oggi occorre unire le crisi – ha spiegato – per unire le lotte per un progetto di sviluppo alternativo condiviso dalla città e per la città. Questo territorio non può permettersi di perdere altri posti di lavoro. Ecco perché il nostro è un appello all’unità, a tutti i livelli». «Una crisi – a detta del presidente della Cpc Enrico Luciani – costruita a tavolino; questa è la città delle occasioni perse. Enel è inaffidabile: dopo la gara per lo scarico del carbone della scorsa estate oggi assistiamo ad un calo del traffico impressionante». Calo che, per Minosse, l’impresa che scarica il carbone, significa una perdita di fatturato di quasi 2 milioni di euro. «C’è poi la questione Zls – ha aggiunto – che rischia un utilizzo improprio con fotovoltaico a terra e stazione di trasferenza: è ora di opporsi tutti. Vogliamo risposte forti e chiare dalle istituzioni». Anche perché, se questo mese la Cpc, seppur con estrema difficoltà, è riuscita a pagare gli stipendi ai lavoratori, il prossimo mese non sarà facile. «E allora saremo pronti – ha aggiunto Luciani – a bloccare tutta la città». Servono infrastrutture e servizi per rilanciare lo scalo, come suggerito più volte dal responsabile degli autotrasportatori Patrizio Loffarelli. Altrimenti tutto risulta vano.