Orte-Civitavecchia. Le associazioni ambientaliste e i comitati scrivono alla commissione tecnica della VIA
“Le scriviamo per ringraziarLa ufficialmente e pubblicamente per il lavoro svolto dalla commissione CTVIA da lei
presieduta, con la pubblicazione, avvenuta il 20 Gennaio u.s., del parere negativo inerente la procedura di
Valutazione d’Impatto Ambientale (Legge Obiettivo 443/2001) per la S.S. 675 “Umbro-Laziale” – Completamento
del collegamento del porto di Civitavecchia con il nodo intermodale di Orte – Tratto Monte Romano Est-
Civitavecchia
I cittadini, i comitati di Tarquinia, le associazioni ambientaliste nazionali accolgono con grande soddisfazione tale
parere dopo il lungo e difficile lavoro svolto, per aver dapprima studiato, analizzato e, successivamente,
sintetizzato, la grande mole di materiale documentale, prodotta dall’Agosto 2015 ad oggi, da quando Anas Spa ha
pubblicato il progetto per l’avvio della procedura di Valutazione Ambientale per la superstrada che avrebbe dovuto
tagliare in due la splendida Vallata Del Mignone.
Chi conosce la valle del Mignone, è ben consapevole del suo valore naturalistico e della sua fragilità!
E’ una delle aree più incontaminate e ricche di bellezze naturali d’Italia, contraddistinta da una molteplicità di
ecosistemi e dalla rilevanza dei vincoli riconosciuti all’area più ampia di ZPS “Comprensorio Tolfetano-Cerite-
Manziate” inserita nella rete “Natura 2000”, creata nel 1992 dall’Unione Europea per tutelare e conservare siti di
interesse comunitario (SIC) e zone di protezione speciale (ZPS), identificati come prioritari dagli Stati membri per
la ricchezza e unicità degli habitat e delle specie, animali e vegetali.
Il tracciato in oggetto attraversava per la quasi totalità una ZPS e costeggiava il SIC Fiume Mignone.
La realizzazione di una superstrada nella vallata del fiume Mignone sarebbe stata quindi una vera e propria
contraddizione dei principi in essa contenuti, ed il progetto di ANAS avrebbe stravolto irreversibilmente un area
protetta per il suo delicato ecosistema.
A questo proposito tutti i documenti della procedura di valutazione parlano chiaro: l’ANAS non ha mai fornito
risposte valide ed esaurienti alle richieste di integrazione della Commissione VIA e la progettazione prodotta non
conteneva il set informativo previsto e necessario per consentire alla Commissione una adeguata valutazione e
determinazione dell’impatto del progetto, ed al pubblico una efficace partecipazione nel rispetto delle inderogabili
prescrizioni europee, in relazione alle matrici suolo, territorio, acque e biodiversità.
Questo paradiso ha rischiato di essere distrutto per sempre dal progetto del tratto finale Monteromano Tarquinia
della SS 675, purtroppo con il sostegno del Governo, della Regione Lazio e della Provincia di Viterbo.
Il tracciato che si sarebbe voluto far passare su questo territorio incontaminato prevedeva una piattaforma di 22
metri di larghezza, e quasi 40 metri come ingombro totale dell’infrastruttura, in un’area ad altissimo rischio
idrogeologico, che è colpita da ricorrenti e sempre più frequenti alluvioni.
Sarebbe stata un’infrastruttura devastante e di nessuna utilità, né a livello locale né a livello nazionale, dato che le
stime di traffico in base alle quali si è sbandierata la “necessità” dell’opera non corrispondono affatto al reale flusso
di veicoli in atto, e in previsione, su questo tratto di viabilità.
Inoltre, la localizzazione del tracciato avrebbe generato un taglio invalicabile nella valle, che avrebbe messo in
ginocchio le uniche economie attive e sostenibili in questa parte di Maremma: l’agricoltura e il turismo, oltre a
causare una cicatrice permanente su un paesaggio ancora incontaminato.
Si voleva distruggere un territorio unico e preziosio in nome della “rilevanza strategica nazionale” di un’opera che
in realtà sarebbe stata utile, forse, solo a chi si fosse aggiudicato l’appalto.
Oltre alla Commissione VIA vogliamo anche ringraziare i cittadini delle zone interessate, che si sono subito
organizzati in comitati locali e, affiancati dalle scriventi associazioni ambientaliste, si sono opposti fermamente a
questo scempio, chiedendo invece che si mettesse mano al progetto di messa in sicurezza della SS1 BIS, con costi
di realizzazione infinitamente minori e a carico della comunità, nonché un assai minore consumo di suolo e di
risorse.
Comitato Per il Diritto
alla Mobilità di Tarquinia
Finalmente il Ministero dell’Ambiente esprime un parere chiaro, di tutela e che rappresenta un vero e proprio
cambiamento di rotta, sulla politica delle grandi opere e della cementificazione dell’Italia.
Sia chiaro: i cittadini non dicono “fatela altrove, non nel nostro cortile”. Non suggeriscono affatto di riportare il
tracciato altrove, dove sarebbe altrettanto devastante.
No: dicono la cosa più banale, semplice e onesta del mondo: “quella superstrada non serve a nessuno, se non a chi
la costruirà”.
Ecco, non vorremmo che anche questa superstrada fosse realmente utile solo a chi la fa. Essa non serve perché
nessuna pressione di traffico oggi lo richiede; esiste, anzi, un impegno europeo che impone di trasferire su rotaia
buona parte anche del traffico attuale e una normativa nazionale che tutela l’inutile consumo di suolo agricolo.
I cittadini maremmani, quindi, non dicono di lasciare così l’attuale viabilità: dicono che serve solo un progetto per
mettere in sicurezza la SS1Bis (che ne ha certamente bisogno), e chiedono a gran voce di attuarlo. Non chiedono
di non fare: chiedono di fare la cosa giusta.
Non dicono no: dicono sì. Ma dicono sì a ciò che serve realmente al territorio: non a coloro che vogliono servirsi
di esso. Accanto a queste ragioni naturalmente ne esistono molte altre, di tipo tecnico, amministrativo, giuridico:
quelle che i nostri concittadini faranno eventualmente valere per bloccare ciò che ritengono un’ aggressione alla
loro stessa vita.
Noi crediamo, che sia tempo di uscire dall’ epoca delle Grandi Opere imposte a territori fragili e ai loro abitanti,
che non le vogliono. I fatti tragici del terremoto, così vicini a noi, non ci insegnano forse che l’ unica opera di cui
abbiamo davvero bisogno è la cura del territorio, e non già del suo stravolgimento.
Riteniamo che il futuro sia quello di tenersi alla larga da un modello di sviluppo insostenibile che fa perno sul
cemento inutile, sugli interessi privati, sul centralismo delle decisioni, contro la libertà dei territori di decidere il
proprio futuro economico e ambientale.
La salutiamo pertanto rappresentando ancora il nostro vivo apprezzamento per il lavoro Suo e della Commissione
da Lei presieduta, che ha saputo coraggiosamente interpretare il sentimento di rispetto dei cittadini per il proprio
territorio e la grande responsabilità che le Istituzioni hanno nella sua difesa”.
ITALIA NOSTRA LAZIO onlus, Ebe Giacometti, Presidente
WWF LAZIO Andrea Filpa
Giancarlo Polinori Delegato regionale per la LIPU Lazio
FORUM AMBIENTALISTA Simona Ricotti, Responsabile Nazionale Energia
Comitato per il Diritto alla Mobilità di Tarquinia, Portavoce Marco Tosoni e Nicola Buonaiuto