sagra-del-padellone

Oltre ai possibili strascichi giudiziari, resta l’imbarazzo. Tradizione affossata da chi non conosce le tradizioni locali.

La vicenda del Padellone è stata la degna chiusura di una estate che sarà difficile da dimenticare per i civitavecchiesi. Tralasciando ogni commento sulla vicenda giudiziaria e su quello che deciderà la magistratura, rimane però il clamoroso ed ennesimo autogol della Giunta guidata da Antonio Cozzolino reso ancora più evidente dalle giustificazioni e difese d’ufficio circolate nelle ore immediatamente successive al sequestro. Se ne sono sentite di tutti i colori. Da chi ha parlato di sabotaggi, secondo la ormai nota favoletta che in città ci siano forze oscure che remano contro la Giunta, alla pantomima che così facendo si è creato un danno a giovani imprenditori civitavecchiesi che hanno dato lavoro durante i mesi estivi. Dimenticando, proprio il primo cittadino, che i commercianti civitavecchiesi che sfamano famiglie tutto l’anno e pagano le tasse tutto l’anno, sono ben tre anni che attendono il nuovo regolamento sui dehors di cui, anche qui, si sono perse le tracce nonostante le gli annunci via social network degli assessori competenti. E di fronte a risposte e giustificazioni che non reggono, si sono scatenate le opposizioni che hanno chiesto a viva voce le dimissioni dell’assessore competente. Ma resta un dato inoppugnabile. Il Padellone, tradizione tutta civitavecchiese che forse sfugge a qualche elemento dell’amministrazione pentastellata, da sempre ha rappresentato un evento caratterizzato dalla preparazione e vendita della frittura di pescato locale. E non sembra che, questa pietanza fosse l’unica ad essere offerta agli avventori. Giustificare, come ha fatto più di un esponente della maggioranza, che anche in passato sarebbe avvenuto questo ovvero un ristorante a tutti gli effetti sotto il simbolo del Padellone, non serve a sgonfiare il caso ma soprattutto l’ennesima figuraccia. Le tradizioni sono tradizioni e vanno preservate, mantenute e sentite nel vero senso della parola. Che il Padellone sia il Padellone, quello vero civitavecchiese, della frittura. Altrimenti lasciamolo stare, per rispetto di chi, tanti anni fa ebbe l’idea di crearlo per donare alla città un appuntamento fisso per far conoscere le tradizioni culinarie locali.

 

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