La firma per il patto di collaborazione tra l’Università e il Comune

Obiettivo? Entrare a far parte del registro delle aree rurali di interesse storico

L’obiettivo è quello di entrare a far parte del “Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali”, uno strumento istituito nel 2012 dal Ministero delle Politiche Agricole Agroalimentari Forestali e Turismo per censire, aiutare e promuovere tutti i paesaggi italiani in cui sono ancora presenti le forme e le pratiche di un’agricoltura tradizionale e sostenibile.

Il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Roma Tre supporterà dal punto di vista scientifico il Comune di Tolfa lungo tutto l’iter di candidatura, che prevede come atto finale la redazione di un dossier contenente uno studio approfondito del paesaggio candidato, delle sue caratteristiche storiche, geografiche, visive, economiche e sociali. “E’ un percorso lungo – afferma il responsabile scientifico del progetto di ricerca, l’architetto Giorgia De Pasquale – perché bisogna dimostrare, mediante elaborazioni di dati economici, analisi territoriali e ricerche storiche, che il paesaggio candidato sia prevalentemente integro, ovvero che abbia subito nulle o minime trasformazioni dalla prima metà del secolo scorso a oggi. Questo è il requisito fondamentale che bisogna possedere affinché la candidatura venga accettata, ma il lavoro di ricerca riguarderà anche la significatività delle produzioni e la vulnerabilità del sistema paesaggistico, tenendo conto sia di valutazioni scientifiche, sia dei valori che la comunità attribuisce al paesaggio stesso. All’interno del gruppo di lavoro ci saranno paesaggisti, economisti, storici, agronomi per affrontare uno studio sistemico del territorio così come ci richiede il Ministero”. I vantaggi di questa iscrizione sono molti, dal potenziamento della visibilità e riconoscibilità del paesaggio di Tolfa alle possibilità di accesso a misure del PSR Lazio specifiche per i “paesaggi rurali storici”, a vantaggio di coloro che, coltivando la terra o praticando l’allevamento in modo tradizionale, si trasformano in custodi di questo importante patrimonio paesaggistico.

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