Un altro fine settimana di stop per la pallanuoto a causa dell’emergenza coronavirus. Non completa come era avvenuto per quello precedente, infatti solo l’A1 si è presentata a bordo vasca, visto che è necessario lo svolgimento delle partite per evitare altri problemi al già intasato calendario e per permettere successivamente l’attività delle nazionali. Ore di fibrillazione nelle giornate di venerdì e sabato per capire cosa sarebbe stato deciso dalla Fin, che per ben due volte, tramite i messaggi del presidente Paolo Barelli, aveva annunciato il proseguimento delle attività nonostante le allarmanti notizie che provenivano dai telegiornali riguardo l’emergenza coronavirus ed il fatto che numerose altre federazioni avevano dato lo stop ai campionati fino al 15 marzo. Successivamente sono sempre più aumentate le richieste per chiedere un ripensamento, innanzitutto per quanto avvenuto agli Italiani Juniores di nuoto sincronizzato, che hanno preso il via nonostante l’assenza di una ventina di società. Poi la lettera del capitano della Lazio Federico Colosimo, che avrebbe dovuto giocare a Brescia, città vicina alla zona rossa lombarda, dove invitava Barelli a cambiare idea. Quindi la decisione del presidente biancoceleste Massimo Moroli di rinunciare alla trasferta e la lettera di 24 società, tra serie A2 e B, di accodarsi ai romani. Data questa situazione alla fine la Fin, praticamente obbligata, ha deciso di sospendere tutti i campionati nazionali, ad eccezione della serie A1. Per quanto riguarda gli altri i vari comitati regionali hanno optato autonomamente per il rinvio degli incontri in calendario. Ora la speranza maggiore, al di là dello sport, è che l’emergenza coronavirus possa terminare al più presto, così da permettere il ritorno alla vita normale per tutti e poi a consentire alla pallanuoto di concludere la sua stagione.