Dopo i tornei internazionali dell’estate, le nuove regole sono pronte a sbarcare anche nei campionati di A1, al via il prossimo 5 ottobre. Dell’applicazione delle norme introdotte dalla Fina nello scorso dicembre abbiamo parlato con Roberto Petronilli, presidente del G.U.G. e quindi degli arbitri italiani. 

Petronilli, gli arbitri italiani sono pronti per le nuove regole?

Attraverso la nostra struttura tecnica abbiamo tenuto riunioni in tutta Italia, l’ultima l’avremo la settimana prossima in Liguria, ieri c’è stata la penultima a Roma in cui sono intervenuti ben 95 giudici. Ne abbiamo parlato tanto, abbiamo sviscerato tutte le interpretazioni alle regole, che sono poi l’aspetto che suscita maggiori discussione. Gli arbitri sono preparati: certo all’inizio ci sarà qualche problema da risolvere, ma se raffronto il nostro lavoro con quello di altre federazioni, posso affermare che in Italia siamo piuttosto avanti nel processo di assimilazione. 

Veniamo ai temi caldi: l’assegnazione dei rigori è il tema che ha creato maggiori discussioni tra gli addetti ai lavori. Facciamo chiarezza. 

Roberto Petronilli, presidente del G.U.G.. In alto l’arbitro Savarese durante l’ultima Final Eight di Coppa Italia

E se l’intervento del difensore arriva da una posizione laterale?

Non è cambiato nulla rispetto a prima per le circostanze che possono produrre la concessione di un rigore: l’attaccante deve essere dentro l’area dei 6 metri, protagonista di una chiara occasione da gol, di fronte al portiere (non solo con gli occhi, ma con il corpo) e senza difensori frapposti tra sé e il portiere stesso. Quello che cambia è se l’attaccante viene attaccato da dietro: ora è penalty. Poi dal dire al fare ci sono circostanze che possono essere poco chiare, l’attaccante ad esempio può trovarsi un po’ spostato sul lato. In questi casi, bisogna sempre tenere presenti le suddette circostanze. 

Quella dell’attaccante è una chiara occasione da gol? Bisogna chiedersi questo. Inviterei gli arbitri a comprare al mercato un po’ di sensibilità, ma non è possibile: quindi se la devono costruire durante allenamenti e nel confronto con allenatori e giocatori. 

Cosa cambia nei contatti difensore-centroboa?

Non è cambiato nulla. Quello di cui stiamo dibattendo molto è l’importanza che riveste il controfallo, dato che il fallo deve essere battuto dove si trova la palla e che il giocatore che batte il fallo, se questo avviene fuori dai 6 metri, può nuotare, fintare e andare in porta. Immaginate un controfallo fischiato con superficialità: chi lo subisce può prendere palla, battere e andare a segnare comodamente. L’indicazione non solo nostra, ma anche delle commissioni internazionali, è che il controfallo è un fallo importante, non va dato con superficialità. Per il resto si tratta di regole accessorie, che dal punto di vista arbitrale cambiano poco. Ai Mondiali sui rigori abbiamo visto cose inguardabili, ma siamo nella fase iniziale dell’applicazione delle nuove norme. Abbiamo osservato parecchie partite: sono fiducioso, poi come sempre ci saranno arbitri di talento che si adegueranno prima di altri. 

Uno studio della WWPCA ai Mondiali ha registrato un incremento del numero dei falli gravi. Il rischio in campionato è vedere partite con troppe espulsioni? 

È vero, ai Mondiali abbiamo visto anche partite con 45 espulsioni, ma se le indicazioni sono queste credo che anche le squadre si adegueranno per mettersi in condizione di non commettere più tanti falli. Poi quando in un evento internazionale si danno indicazioni precise, spesso si tende a esasperarle. Il timore c’è, ma speriamo che, dopo una fase di adattamento, il numero di falli non cresca.

Ci sono anche innovazioni che non verranno applicate in Italia.  

Non avremo la corsia per i cambi al volo da metà campo, una circostanza che piace molto ai tecnici ma che per motivi strutturali delle piscine non troverà applicazione né in campo nazionale né nelle competizioni Len. 

E la review sul gol-non gol e sugli episodi di brutalità?

Alessandro Severo, arbitro italiano agli ultimi Mondiali di Gwangju

Da noi se ne parla da anni, ma resta tutto da definire. Per potere applicare queste innovazioni bisognerebbe disporre di un filmato per ogni partita. Sarebbe un passo avanti.


Ci sono stati problemi ad adeguare tabelloni e cronometri dei 30’’ ai settaggi imposti dalle nuove regole?

Da noi se ne parla da anni, ma resta tutto da definire. Per potere applicare queste innovazioni bisognerebbe disporre di un filmato per ogni partita. Sarebbe un passo avanti.  

I tabelloni sono stati adeguati senza difficoltà e anche l’applicazione della regola dei 20’’ sul secondo possesso è stata chiarita: quando c’è il cambio del possesso palla, il cronometro torna a 30’’; quando non c’è cambio palla, ovvero chi attacca sfrutta un secondo possesso, il cronometro torna sempre a 20’’ tranne che in caso di espulsione quando il cronometro si trova tra i da 20’’ e i 30’’. Ad esempio, se il fallo grave arriva con 26’’ di possesso, si riprende da 26’’.

Avete programmato altri incontri con tecnici e club, in vista dell’inizio del campionato?

Il 3 ottobre alle ore 14:30 nella Sala Rossa delle piscine del Foro Italico, a margine della presentazione dei campionati, la Federnuoto ha organizzato una tavola rotonda sulle nuove regole tra il G.U.G. e allenatori, dirigenti e capitani di ciascuna squadra. L’obiettivo e confrontarsi e prepararsi al meglio al campionato.  

articolo a cura di

Fonte Waterpolo Development World

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