Parcheggi blu a Sant’Agostino: la politica si divide
Perello (Lega) invita la città e i civitavecchiesi a fare mea culpa. Piendibene (Pd): «Prima i servizi, poi il pagamento della sosta»
CIVITAVECCHIA – «Se dovessi fare politica in maniera provocatoria e demagogica direi: ‘Sant’Agostino non si tocca perchè è il mare dei civitavecchiesi. Ma non sono capace a fare così. Per anni i miei concittadini hanno lasciato lo sporco ed il degrado, parcheggiato selvaggiamente non permettendo neanche ai mezzi di soccorso di passare. Sant’Agostino è del Comune di Tarquinia che è libero di fare ciò che vuole. Certo so che non potranno fare parcheggi a pagamento senza prima intervenire per legge in altre situazioni, impiantistica stradale, viabilità e tanto altro; ma se così sarà auspico che una parte di parcheggi a pagamento porti regole e servizi in un luogo dove hanno regnato anarchia e problemi».
Il consigliere della Lega, Daniele Perello, entra nella discussione nata all’indomani della decisione dell’amministrazione Giulivi di Tarquinia di voler introdurre anche parcheggi a pagamento al lido di Sant’Agostino. Un euro l’ora, tre euro al giorno o possibilità di abbonamento mensile a 10 euro. «Una cifra – dice Perello – che non cambierebbe la vita delle persone. Li pagheremo a Sant’Agostino, come li paghiamo a Santa marinella o sul lungomare di santa severa, o come paghiamo il tesserino per i funghi e per le castagne all’Agraria di Allumiere e Tolfa, dove però non diciamo nulla. E se dovessi sempre fare politica in maniera popolare direi, prima i civitavecchiesi, aggiungendo, da domanimetteremo il casello autostradale all’acquafelix e faremo pagare allumieraschi e tolfetani che da anni grazie ad una certa sinistra ci hanno rubato i posti di lavoro alla Asl e all’Enel. Forse dovrei ma io non sono così».
Da un lato c’è chi considera il provvedimento un primo passo per far rinascere il sito che appartiene al comune di Tarquinia ed è frequentato da molti civitavecchiesi. Chi invece lo giudica solo ed esclusivamente un modo per fare cassa piovuto nel bel mezzo della stagione. Il consigliere Perello analizza con lucidità la situazione: «Per anni non abbiamo aperto una trattativa comunale per dialogare con il comune di Tarquinia per annettere la spiaggia di Sant’Agostino al nostro territorio visto che a loro non era mai interessata. Abbiamo venduto e svenduto il nostro litorale ai poteri forti in nome delle sviluppo portuale e delle servitù Enel e Tirreno Power che non ci hanno dato il riscontro occupazionale che meritavamo e che hanno umiliato le nostre aziende con la logica dei subappalti. Non abbiamo avuto e non l’abbiamo neanche oggi una visione di sviluppo di come creare ricchezza e lavoro tramite il turismo ed i milioni di croceristi che attraversano la nostra città. Abbiamo svenduto l’acqua ai privati di Acea, non abbiamo fatto una barriera soffolta per rendere balneabile la Marina, dove abbiamo deciso di portare la sabbia ed è durata un giorno, non siamo intervenuti nei bandi per le spiagge e non abbiamo preso un soldo dai finanziamenti europei. Abbiamo regalato tutto e non abbiamo fatto nulla per migliorare la nostra città e abbiamo svenduto tutto a chi ha fatto da padrone incontrastato. Ma tutto ciò non è fondamentale; ora il problema di questa città sembra essere il parcheggio a Sant’Agostino».
Sull’altra sponda il consigliere comunale del Pd, Marco Piendibene, anche alla luce delle dichiarazioni del sindaco Ernesto Tedesco che ha cercato di rassicurare i cittadini in vista proprio di una serie di interventi e progetti futuri di riqualificazione della zona. «A me quella del comune di Tarquinia pare una evidente presa in giro – ha sottolineato – perché se un’amministrazione seria vuole investire su una porzione di territorio, se vuole fornire servizi dove questi sono assenti, se vuole migliorare la viabilità e la sicurezza, allora prima interviene con gli investimenti e poi, casomai, li fa pagare attraverso i parcheggi a pagamento. E non il contrario. E poi siamo sicuri che il Comune di Tarquinia, con questa iniziativa abbia rispettato le aliquote previste dalla legge per i posti in favore dei disabili? – si è chiesto Piendibene – e le colonnine per il pagamento, i pali in acciaio piantati a ridosso della macchia mediterranea che sono stati installati con calcestruzzo hanno le necessarie autorizzazioni della paesaggistica? Questi ed altri argomenti si possono sostenere contro i parcheggi a pagamento su quella che oggi è ancora una spiaggia abbandonata dalle istituzioni. Sono convinto – ha concluso Piendibene – che con la giusta autorevolezza e determinazione da parte dei nostri amministratori si possa ancora raggiungere il risultato che tanti nostri concittadini si aspettano: prima gli investimenti poi, casomai, il pagamento dei servizi offerti».