Terminate le elezioni e completata la sagra delle promesse, per i parlamentari eletti è giunto il momento di lavorare per il bene del Paese. Chiaro, è necessario attendere la formazione del nuovo governo, sorretto da una maggioranza ad oggi inesistente. Se tutto andrà “bene”, se le consultazioni andranno bene, l’Italia potrebbe, dunque, avere un nuovo premier e nuovi ministri. E quindi dare inizio a una nuova legislatura che, ci si augura, sappia realizzare almeno una parte degli impegni presi in campagna elettorale. “Tradizionalmente e storicamente parlando – esordisce Rocco Tiso, portavoce di “Iniziativa Comune”, neonato gruppo di Cooperazione e Proposte, composto da “Radici” (Raggruppamento corpi intermedi nessuno tocchi le radici), “Confeuro” (Confederazione degli agricoltori europei e del mondo) e “Soggetto giuridico” (Organismo di aggregazione intercategoriale e coinvolgimento dei cittadini) -, coesiste tuttavia un rapporto pessimo tra promesse politiche e sua effettiva realizzazione. In passato, le prime sono sempre state elemento cardine delle elezioni e lo sono tuttora. Sono in molti però ad essere perplessi, perché le promesse di “campagna” durano il tempo del “Pantano Romanesco”: si semina a marzo e si raccoglie a giugno”. Rocco Tiso, poi, specifica: “Un leader di partito che fa promesse pompose appare più ambizioso, intraprendente ed interessante agli occhi degli elettori, in confronto ad un altro che non ne fa, traendone vantaggio. La gestione delle finanze di uno Stato è estremamente complessa e le promesse sono facili, al punto che i Cittadini e gli stessi media non sono in grado di smentirle. Per questo motivo tutti i partiti continuano a promettere tasse più basse, più programmi sociali e un bilancio in ordine”. Parole, parole, parole.
Che fare, allora, per tradurle in fatti? Questa la ricetta primaria di “Iniziativa Comune”: “Sarebbe il caso che a governare non vadano quelli, che devono, mantenere “battipetto” da campagna elettorale, ma, nei posti chiave, occorrono uomini capaci di affrontare i problemi nel contesto delle reali difficoltà di una pubblica amministrazione saccheggiata da anni da soggetti dediti a prendere e non a governare. Il Paese ha bisogno di competenza, onestà, coerenza legalità e rispetto delle regole”. Un assioma importante per evitare gli errori, compiuti dalla politica in passato: “Le promesse non mantenute hanno creato disinteresse, verificato dall’alto tasso di astensionismo. Subito i politicanti sono corsi ai ripari modificando le tattiche, facendo promesse sostenute da numeri oppure impostare scadenze nei primi cento giorni di governo. Quando le promesse devono essere spezzate, tutti i politici sanno che è meglio farlo all’inizio di un mandato. Ritorneranno sull’argomento, verso la fine del loro mandato e solo se si ricandidano. Come se riaccendessero il fuoco per riscaldarsi in pieno ferragosto”. Altra cosa sono i voti: “Gli illuminati in questo caso – conclude Rocco Tiso – prendono i voti, perché lo sentono nel profondo. Mentre il voto viene sistematicamente snobbato, quello per scelta dovrebbe essere rispettato. Come la politica delle promesse s’infischia degli elettori, la cronaca racconta che anche quelli veri sempre più spesso vengono traditi”. Ad maiora.