Domani 30 novembre la Asl Roma 4 in collaborazione con l’Amministrazione Penitenziaria, farà partire presso la Casa Circondariale di Civitavecchia un corso di formazione per i detenuti per diventare “peer supporter” e sostenere altri detenuti al fine di favorire un clima relazionale di sostegno alla fragilità all’interno del sistema penitenziario.
Il corso di formazione prevede 7 incontri che si svolgeranno tutti i mercoledì dalle ore 11 alle ore 13. L’intento è quello di fornire un approccio concreto ad una problematica delicata come quella dell’adattamento al contesto carcerario per i detenuti particolarmente fragili o con disagi psichici. Si vuole offrire una opportunità ad alcuni detenuti di diventare una sorta di “coach” alla quotidianità nel sostenere altri detenuti più fragili, in un rapporto relazionale di aiuto. Un peer supporter è una figura di riferimento relazionale, un promotore del benessere, una figura di riferimento rassicurante ed emotivamente contenitiva. Il progetto si focalizza soprattutto sulla prevenzione del rischio suicidario e dei rischi di aggressività.
Il percorso di formazione si prefigge un duplice obiettivo da raggiungere: da una parte si da la possibilità ai detenuti partecipanti di attribuire un significato diverso al proprio tempo umano e detentivo, in un rapporto di conoscenza con le istituzioni diverso dal solito, favorevole a sfruttare le occasioni di cura e recupero personali, dall’altra, si vuol creare un sostegno concreto che contrasti la tendenza all’isolamento dei detenuti con disagio psichico.
Ognuno dei sette incontri toccherà un tema diverso: empatia, alterazioni comportamentali, problemi legati alla tossicodipendenza, sicurezza nel contesto penitenziario, la prospettiva pedagogica all’aiuto, le testimonianze dei detenuti. La Dott.ssa Celozzi, Direttore F.F. della UOC Coordinamento dei CSM e la Dott.ssa Bassetto psicologa dell’Istituto Penitenziario, che seguono da vicino il progetto, precisano che la Asl Roma 4 è tra le prime aziende sanitarie in Italia ad aver dato il via a questo progetto fortemente voluto e autofinanziato e ricordano che l’isolamento è uno dei primi rischi di disagio psichico, pertanto in una prospettiva di tutela di salute mentale non si può prescindere dal contesto in cui si opera. Programmare azioni sul sistema penitenziario, parallele e correlate agli interventi clinici, significa essere orientati a promuovere salute e benessere per i detenuti e per gli operatori penitenziari stessi.