Il consigliere regionale inizia da Canepina il suo viaggio nella Tuscia: «Con Nicola Zingaretti abbiamo ridato credibilità alla Regione Lazio. Dobbiamo completare il lavoro».
«Abbiamo trovato una Regione Lazio disastrata. Le abbiamo ridato credibilità. Nei prossimi cinque anni vogliamo che diventi la locomotiva dell’economia italiana». Parole del consigliere regionale del Partito Democratico Enrico Panunzi, che al Salone del Quarto Stato di Canepina, la sua città, ha aperto il 20 gennaio la campagna elettorale. 500 le persone che hanno partecipato all’incontro. Tanti gli amministratori locali presenti: sindaci, assessori e consiglieri di vari comuni della Tuscia. Tra gli interventi quelli di Manuela Benedetti, del consigliere provinciale Maurizio Palozzi, dell’on. Alessandro Mazzoli, dei sindaci Vincenzo Grasselli, Maurizio Gregori, Mirco Luzi e Aldo Maria Moneta.
«Cinque anni fa c’era una Regione Lazio in ginocchio. – ha detto Panunzi – Fare il consigliere era difficile, perché la nostra reputazione era sotto le scarpe. Abbiamo tolto i privilegi. Per farlo capire alla gente ci è voluto tempo. Con il presidente Nicola Zingaretti abbiamo iniziato un percorso di cambiamento. Va completato».
Il consigliere regionale fa alcuni esempi. «Erano a rischio gli stipendi dei dipendenti. Eravamo un’istituzione inaffidabile. Abbiamo trovato 12 miliardi di euro di debiti e ne abbiamo pagati 10 miliardi di euro. Abbiamo abbattuto i tempi di pagamento, che erano oltre i 1000 giorni. Abbiamo risanato l’Ente, che è il motore del Lazio, e ricapitalizzato le società partecipate come Arsial, Cotral e Astral. Oggi usiamo fino all’ultimo centesimo i fondi europei».
Sulla sanità. «Quando siamo arrivati avevamo 800 milioni di euro di disavanzo corrente. – ha sottolineato Panunzi – Usciamo con un avanzo primario nel 2017, a netto degli interessi. Dal commissariamento abbiamo perso circa 9 mila di posti di lavoro tra gli operatori sanitari. Dal 2013, dove abbiamo assunto 60 medici, siamo passati a 400 e nel prossimo triennio ne assumeremo 3500, ripristinando il turnover. Entro il 31 dicembre di quest’anno usciremo dal commissariamento».
Sulle infrastrutture. «Esiste una strada con cui abbiamo fatto campagna elettorale per 40 anni, la Trasversale. – ha sottolineato il consigliere regionale – Oggi c’è un cantiere fino a Cinelli ed è stato finanziato l’ultimo tratto per Tarquinia, con il Patto per l’Italia che ha messo a disposizione della Regione 1miliardo e 457milioni di euro. Fondi nei quali rientrano anche i 160 milioni di euro per la ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo con il raddoppio fino Sant’Oreste e la palificazione fino a Viterbo. Abbiamo comprato 430 nuovi pullman. Stiamo intervenendo per rinnovare tutto il parco mezzi su rotaia e potenziando le corse tra Viterbo, Orte e Roma. Queste cose vanno dette».
Necessario dare segnali forti in tema di etica e trasparenza. «Non è possibile che una persona lavori per 40 anni e prenda 600 euro. – ha evidenziato Panunzi – Così ho rinunciato a un mini vitalizio di circa 700 euro che avrei preso dopo i 65 anni come consigliere regionale. Sarebbe stato inaccettabile».
Importante il legame con il territorio. «Ho parlato con i sindaci di qualsiasi colore politico perché chi indossa la fascia tricolore rappresenta tutti. – ha dichiarato il consigliere regionale – Non posso conoscere ogni cosa che accade in una provincia così vasta. E chi sono i migliori interlocutori se non i sindaci. Sono stato eletto per rappresentare la Tuscia, senza nessuna distinzione, ma con un’impostazione che è quella di una persona di sinistra. Il rapporto con gli amministratori e i cittadini è la cosa più bella di questo ruolo».
Infine sull’attualità politica. «Non mi sento assolutamente solo. – ha concluso Panunzi – Se ci sono stati o ci sono tentativi per mettere in difficoltà la mia candidatura, saranno sconfessati il 4 marzo. Ci sono tantissime persone che mi sono accanto. L’affetto e il calore della gente che ho sentito nel Salone del Quarto Stato lo dimostrano. È l’energia migliore per continuare il nostro viaggio nella Tuscia».