Le patologie a carico del retropiede sono numerose e spesso confuse tra di loro, tra queste abbiamo: spina calcaneare, morbo di Haglund-Sever, fasciopatia plantare, entesopatia inserzionale, etc.
La spina calcaneare è un osteofita, ovvero una neoformazione benigna di osso, che si forma in corrispondenza dell’inserzione della fascia plantare o dell’inserzione del tendine di achille. L’origine va ricercata nella tensione che si crea a carico del sistema achilleo-calcaneo plantare più concentrata a livello inserzionale. Tra le cause che favoriscono la sua insorgenza troviamo continui stress, ecco spiegato il motivo del perché è una patologia che insorge frequentemente negli atleti e nei pazienti in sovrappeso; i runners soprattutto sottopongono i loro piedi a microtraumi ripetuti durante le sessioni di allenamento su terreni rigidi. Le calzature inadeguate possono essere un altro fattore scatenante, infatti tacchi troppo bassi mantengono la pressione del peso corporeo troppo accentuata a livello del retropiede. Non sempre la spina calcaneare si presenta sintomatica, possono esserci persone che sviluppano tale esostosi e che sono del tutto asintomatici, tuttavia qualora si dovessero manifestare dei sintomi, il più comune è sicuramente il dolore. Esso è irradiato a livello del retropiede, come un dolore acuto e pungente, con l’insorgenza di fitte che possono divenire insopportabili col passare del tempo. Il dolore si presenta tipicamente al mattino, subito dopo il risveglio e tende ad attenuarsi durante la giornata. Il dolore viene esacerbato in caso di stazione eretta prolungata, lunghe camminate (soprattutto su strade irregolari), corsa ed alcune attività fisiche sportive. Tra gli altri sintomi, vi è una limitazione funzionale nei movimenti e un gonfiore nel tallone (sintomo non sempre presente), legato alla presenza di infiammazione in tale zona.
La diagnosi di spina calcaneare prevede un’attenta ed accurata anamnesi, che servirà al medico per valutare la presenza di fattori di rischio, già citati, che rendono probabile la possibilità che si sia sviluppata una spina calcaneare. L’esame obiettivo permette al medico di riconoscere i sintomi tipici descritti dal paziente. La conferma avviene con gli esami strumentali, nella maggior parte dei casi una radiografia del piede.
Nella maggior parte dei casi il trattamento della spina calcaneare è conservativo, mentre l’intervento chirurgico si rende necessario solo nei casi più gravi.
  I trattamenti più efficaci sono:
- Riposo: soprattutto in fase acuta con infiammazione in atto è molto importante non sovraccaricare il piede evitando lunghe camminate e soprattutto le attività fisiche sportive. La ripresa delle attività fisiche deve avvenire gradualmente, per evitare spiacevoli ricadute.
- Farmaci: vanno assunti farmaci antinfiammatori e antidolorifici, sempre dietro prescrizione medica, che riducono l’infiammazione e il dolore. Vanno sempre associati al riposo per consentirne una maggiore efficacia.
- Plantari e calzature: si dovranno utilizzare plantari ortopedici che aiutano il piede a scaricare meglio le sollecitazioni meccaniche, aiutando il tallone nella guarigione.
- Fisioterapia: sedute di terapia strumentale e di rieducazione motoria posturale aiutano a ridurre i sintomi e a diminuire il rischio di fastidiose ricadute
- Crioterapia: la terapia con il freddo permette di ridurre l’infiammazione e il dolore.
- Terapia fisica: si utilizzano terapie con onde d’urto (sono indicate onde d’urto focali), laserterapia, terapia ad ultrasuoni, ionoforesi, tecarterapia.
(continua nella prossima edizione)