Patologie del piede: Entesopatia del tendine d’Achille (2^ parte)

Trattamento:

Il trattamento può seguire due strade, una conservativa ed una chirurgica. L’approccio iniziale prevede un trattamento conservativo, che nella maggior parte dei casi tende a risolvere il problema e a far scomparire la sintomatologia. Il trattamento prevede la collaborazione di più figure professionali, tra cui fisioterapista, tecnico ortopedico e podoiatra. Il trattamento ha come obiettivo quello di eliminare il dolore, ridurre l’infiammazione, promuovere la guarigione del tendine e ripristinare quanto prima la funzionalità articolare. Per arrivare a tali risultati sarà importante seguire un attento piano riabilitativo che prevede:

  • Riposo funzionale: Si richiede un periodo di riposo ed eventuale sospensioni temporanee dalle attività sportive se praticate.
  • Crioterapia: La terapia con ghiaccio è essenziale per la riduzione dell’infiammazione e del gonfiore, provocando una reazione di vasocostrizione dei vasi sanguigni.
  • Calzature adeguate ed ortesi plantari: Le calzature svolgono un ruolo essenziale nella vita di tutti i giorni. Portare calzature inadeguate, con altezza del tacco non opportuna e troppo rigide, può provocare nel corso del tempo una serie di problematiche a carico del piede. Ecco perché è opportuno indossare calzature con una giusta altezza, e non troppo rigide posteriormente. Inoltre un’ortesi plantare realizzata su misura permette di riequilibrare un sistema che non lavora in equilibrio, andando a diminuire lo stress sul tendine durante la fase di carico e alleviando il dolore.
  • Terapia farmacologica: Ci si può avvalere di eventuali farmaci antidolorifici, che possono alleviare il dolore oppure di farmaci anti infiammatori non steroidei, utili nel ridurre l’infiammazione e il dolore in fase acuta. Tale terapia deve essere prescritta da un medico specialista dopo attenta ed accurata valutazione.
  • Fisioterapia: Il trattamento riabilitativo include esercizi di stretching dei muscoli del polpaccio, esercizi di mobilizzazione attiva e passiva della caviglia, massaggi.
  • Terapia fisica strumentale: Possono essere utili le terapie fisiche strumentali che includono onde d’urto, ultrasuoni.

Il trattamento chirurgico è previsto solo nei casi in cui il trattamento conservativo non fornisce i risultati sperati. Il medico indicherà la strategia chirurgica più adatta a seconda del quadro clinico. Lo scopo è quello di eliminare il dolore, ristabilendo la mobilità articolare. L’intervento prevede un’incisione mediana intratendinea, tramite questa viene esposta la calcificazione, che è localizzata subito “dietro” il tendine. Viene così agevolmente asportata la porzione di calcagno che determina il problema senza la necessità di disinserire il tendine dal calcagno stesso.

Questo è un concetto moderno e innovativo: in questo modo il tendine d’Achille non perde la tensione originaria, come altrimenti avviene in caso di disinserzione e reinserzione. Si tratta di un intervento eseguibile in day-hospital o con una notte di ricovero. Nel decorso post-operatorio sono necessarie due stampelle per 4 settimane, anche se spesso è utilizzato molto anche un tutore walker. Nelle prime due settimane, il paziente avrà un carico sfiorante, con il piede che può appoggiare, ma il carico sulle braccia e l’arto controlaterale. Nei successivi 15 giorni verrà dato un carico graduale fino ad avere un carico completo a circa 4 settimane dall’intervento. È prevedibile la ripresa di attività sportiva agonistica a circa 4-6 mesi dall’intervento.

(fine)