Patologie del piede: La fascite plantare (1^ parte)
La fascite plantare è un processo degenerativo cronico. Questa patologia è determinata da microtraumi ripetuti all’origine della fascia plantare sul tubercolo mediale del calcagno. Il sovraccarico reiterato provoca un micro-strappo all’interno della fascia o a livello dell’inserzione ossea e, nel tempo, si creano degli strappi più ampi con conseguente sintomatologia maggiore. Originariamente il termine Fascite Plantare è stato utilizzato ipotizzando la presenza di un’infiammazione alla base di tale disturbo. Ad oggi, però, sono presenti molti studi a disconferma di tale ipotesi, con un’attenzione sempre maggiore alla degenerazione che interessa la fascia plantare. Per questo motivo, risulta più opportuno utilizzare il termine Fasciopatia Plantare o Fasciosi Plantare piuttosto che Fascite. Questi risultati, dunque, suggeriscono un meccanismo principalmente degenerativo.
La fascia plantare è un’ampia struttura che si estende dal tubercolo mediale del calcagno, alle cinque articolazioni metatarso-falangee fino alle falangi prossimali delle dita. Nelle persone più giovani, la fascia plantare è intimamente collegata al tendine d’Achille, con una connessione fasciale continua tra l’aspetto distale del tendine e l’origine della fascia al tubercolo calcaneare ma, con l’aumentare dell’età, il “collegamento” diminuisce fino ad arrivare al punto che negli anziani non vi è nessuna fibra di connessione. La fascia plantare è anelastica, con un allungamento massimo del 4%, agendo da struttura di supporto dell’arco mediale longitudinale del piede e intervenendo nell’azione di ammortizzamento degli shock che si creano durante le attività in piedi. Questa funzione è supportata, inoltre, dal cuscinetto adiposo del calcagno, che consente un maggiore assorbimento degli urti. Dopo i 40 anni, quest’ultimo inizia ad atrofizzarsi, con perdita di acqua, collagene e tessuto elastico e con conseguente riduzione di spessore e altezza e quindi minor protezione della tuberosità calcaneare. La diminuzione dell’elasticità della fascia, collegata all’aumentare dell’età, è associata a una diminuzione delle capacità di assorbimento degli urti, che porta all’impossibilità della fascia di resistere ai normali carichi di tensione.
(segue nella prossima edizione)