(continua dall’edizione precedente)
Diagnosi:
La diagnosi è essenzialmente clinica. Esiste una manovra particolare per rilevare la presenza o meno di sindrome del tunnel tarsale, quale il segno di Tinel. Il test prevede di comprimere il nervo tarsale nel momento in cui si superficializza. Il test risulta positivo se il paziente avverte formicolio o dolore, come una scossa elettrica, segno della compressione del nervo periferico. Possono essere utili esami di diagnostica quali radiografie, Tc e RMN.
Trattamento:
Nelle fasi iniziali il trattamento prevede la somministrazione di farmaci antiinfiammatori per via generale o locale e la prescrizione di riposo funzionale. Ortesi e calzature adeguate sono d’aiuto nella diminuzione della sintomatologia dolorosa. E’ possibile associare terapie fisiche quali TENS, laser, tecar. Nei casi più importanti, e in tutti i casi in cui il trattamento conservativo non fornisce i risultati sperati, si procede con la chirurgia. Il trattamento chirurgico prevede un incisione cutanea in sede perimalleolare interna, e la decompressione del nervo. Inoltre durante l’intervento devono essere tolti tutti quegli elementi che possono aver provocato la sindrome (cisti artrogene, calli ossei esuberanti, etc). Dopo l’intervento vi è un periodo di riposo, seguito da un percorso di riabilitazione.
E’ importante sottolineare di come esista anche una sindrome del tunnel tarsale anteriore, molto meno frequente. Si caratterizza per una compressione del nervo peroniero profondo ( nervo tibiale anteriore) al collo del piede, nel canale costituito dal piano osseo tibiale distale e il retinacolo dei tendini dei muscoli estensori. Si osserva in particolar modo negli sportivi che si dedicano all’atletica leggera o comunque tra coloro che praticano con frequenza la corsa. Infatti, l’intrappolamento è dovuto alla formazione di un osteofita a livello del margine anteriore distale della tibia. In altri termini in questi sportivi, a causa dei microtraumi ripetuti subiti dal piede, si assisterebbe alla neoformazione di speroni ossei che diminuirebbero lo spazio di scorrimento del nervo tibiale anteriore laddove esso scorre al di sotto del retinacolo degli estensori. La manifestazione tipica è il dolore e il formicolio localizzato sul dorso del piede, soprattutto a livello del primo spazio intermetatarsale. Il dolore si accentua invitando il paziente a mettersi sulla punta dei piedi. Tipico è anche il dolore alla digitopressione tra i tendini dell’estensore lungo dell’alluce e dell’estensore comune delle dita. Il trattamento prevede la somministrazione di farmaci antinfiammatori per via generale o locale. E’ importante anche un periodo di riposo funzionale, utilizzare calzature troppo strette, e terapie fisiche quali laser o tecar. Inoltre è consigliato anche l’applicazione di ferule notturne. Se la situazione non migliora in questo modo, si può ricorrere ad infiltrazioni nella zona del nervo interessato. Nei casi più gravi si deve ricorrere ad intervento chirurgico, con decompressione del nervo.
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