Patologie del piede: Tendinite del tibiale posteriore (2^ parte)

(continua dall’edizione precedente)

Diagnosi:

La diagnosi è essenzialmente clinica, e prevede l’osservazione del piede alla ricerca di eventuali segni e sintomi clinici. Durante l’ispezione il medico dovrà verificare se vi è o meno gonfiore lungo il tendine tibiale posteriore, se si è in presenza di eventuali deformità del piede, con volta crollata o meno, oppure marcato valgismo del calcagno.  Tra i test eseguiti ci sono:

  • Compiere il movimento di alzarsi sulle punte per 10 volte
  • Toe many toes sign

Se il paziente ha un deficit del tibiale posteriore, risulterà impossibile compiere il movimento di alzarsi sulle punte per 10 volte. Il toe many toes sign è positivo quando, osservando il paziente in stazione eretta bipodalica, dal lato affetto, per l’eccessiva pronazione, si evidenziano più dita dal profilo laterale del perone.

Altri esami che possono confermare la diagnosi includono: radiografie, ecografie e risonanza magnetica.

Trattamento:

Il trattamento varia a seconda della durata della sintomatologia e della sua intensità, oltre che dalla forza persa dal tendine stesso. L’approccio conservativo prevede l’utilizzo di farmaci anti-infiammatori non steroidei, inoltre l’approccio interdisciplinare risulta fondamentale, con la collaborazione del tecnico ortopedico, responsabile della realizzazione di adeguate ortesi plantari su misura che hanno l’obiettivo di riequilibrare un sistema che non ha lavorato in equilibrio e di scaricare le zone dolenti. Il fisioterapista sarà invece responsabile del ciclo di terapie fisiche al quale dovrà andare incontro il paziente. In rare occasioni si eseguono iniezioni di cortisone.

L’obiettivo del trattamento è quella di diminuire l’infiammazione tendinea e diminuire le sollecitazioni su di esso.  Nei casi più gravi si può utilizzare un gesso dal ginocchio in giù da quattro a sei settimane per consentire il tendine di riposare completamente.

L’intervento chirurgico si richiede in caso di insuccesso del trattamento conservativo. L’intervento permette la pulizia del tendine e riparare eventuale difetti.

(fine)