consiglio comunale

Richieste di dimissioni incrociate, critiche pesanti: la vicenda consiglio lascia scorie.
I due gruppi politici si sono scontrati frontalmente: parola per parola,tutte le accuse.
Una lunga scia di veleni che non ha cambiato il risultato: una paralisi amministrativa dalla quale uscire.
Ma tra i gruppi consiliari di M5s e Pd, come si suol dire, sono volati gli stracci sulla questione dell’elezione del presidente del consiglio comunale. Con i grillini assai duri in un comunicato che ha fatto rumore: “Il consigliere anziano Marco Piendibene
scappa di fronte alle proprie responsabilità e annuncia che non sarà presente al consiglio comunale.
Capiamo che essere mandato allo sbaraglio da un segretario di partito che non ha mai fatto politica sia difficile da digerire, ma non è abbandonando il ruolo per il quale è stato eletto dai cittadini che Piendibene risolverà alcunché. La questione era chiara: il Sindaco Cozzolino d’altronde lo aveva ben spiegato nello scorso consiglio comunale ma il consigliere anziano, controllato a vista dai generali del suo partito e dalla famiglia Tidei, si era opposto fermamente sostenendo l’insostenibile. L’intervento
di ieri del Prefetto è stato tanto chiaro quanto categorico. Alla luce dei fatti, e della colossale figuraccia fatta da Piendibene e dal suo partito, crediamo sia opportuno che il consigliere anziano segua la strada del suo mentore Pietro Tidei, dimessosi dal suo ruolo di consigliere comunale ad aprile 2016. Piendibene e Ferri hanno dimostrato con i fatti che il loro operato fallimentare è teso solamente ad un inutile ostruzionismo ai danni della città. Preso atto di ciò, ci sembra doveroso
che entrambi presentino le dimissioni dai propri ruoli per manifesta incapacità”, la stoccata dei cinque stelle. Ma i dem
non hanno incassato in silenzio: “Evidentemente la prossima fine del mandato quinquennale comincia ad agitare i sonni della variegata compagine del gruppo consiliare dei cinque stelle.

La delirante richiesta di dimissioni al nostro capogruppo Marco Piendibene ed al nostro segretario Germano Ferri è sicuramente figlia delle notti turbate dalle tante facce furibonde degli elettori che chiedono conto proprio agli impotenti consiglieri comunali grillini che si vedono trascinare a fondo sul Titanic guidato da Cozzolino e la sua giunta di inadeguati assessori. Se c’è qualcuno che, per carità di Patria, dovrebbe rassegnare le dimissioni per manifesta incapacità è proprio il livoroso sindaco che, oltre ai fallimenti quotidiani che sono sotto gli occhi di tutti, non è proprio capace di ascoltare i suoi concittadini, non li riceve e li rifugge se qualcuno di questi cerca di avvicinarlo per chiedere anche solo una banale informazione. Insomma, un sindaco asociale che avrebbe fatto meno danni se avesse dato ascolto alla propria vocazione: dedicarsi ad una vita da eremita in una casa senza specchi per evitare di litigare anche con se stesso. D’altra parte dobbiamo anche compatire i poveri consiglieri di maggioranza che si trovano a dover condividere il flop della peggiore giunta del dopoguerra. Essere costretti ad alzare la mano anche sulle decisioni che hanno fatto ingoiare i bocconi più indigesti come la convenzione Enel coi soldi che in campagna elettorale erano “sporchi di sangue” e che poi sono divenuti improvvisamente lindi e profumati, oppure dover votare per un albergo a cinque stelle costruito tra il depuratore ed il cimitero o ancora dover digerire un forno crematorio al servizio dell’alto Lazio, non è propriamente una condotta di cui andare fieri. Gli insulti e gli improperi dei cittadini infuriati e traditi lasciano il segno e l’unico rifugio in questi tempi duri è la logica del branco e così i consiglieri 5 stelle si affidano magari alla penna del più rancoroso attivista (o addetto stampa) e partoriscono comunicati scombiccherati e senza capo né coda ma con tanta, tanta acredine.

Che dire di più? Solo che la città dovrà avere la pazienza di sopportarvi ancora per un annetto e mezzo ma che, purtroppo per voi, sarete ricordati molto più a lungo” hanno concluso i dem.

 

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