PENSARE O RAGIONARE? (Rubrica a cura del dott. Alessandro Spampinato)
Sin da piccoli ci addestrano a comportarci secondo le regole della cultura di appartenenza: ci si deve svegliare a quell’ora, la sera non bisogna fare tardi, ci si deve vestire in modo adeguato, si mangia seduti composti, prima il dovere e poi il piacere… ecc. Il tutto viene giustificato da poche spiegazioni superficiali, tipo: “perché è giusto così… perché te lo dico io… perché così fanno tutti… E così, piano piano, ci ritroviamo adulti adattati all’ambiente senza sapere perché e senza fare più tante domande! Siamo stati programmati a essere quello che siamo. Ma dal profondo della nostra coscienza può accadere che l’eco di una voce inizi a farsi sentire e a fare domande. Qui nasce il problema, perché siamo stati addestrati al comportamento ma per nulla al ragionamento e alla analisi. Quando qualcosa non ci torna invece di procedere all’osservazione, all’ascolto e al ragionamento razionale attiviamo il pensiero. La mente pensa per immagini o per frasi, per lo più già fatte e impacchettate, e inizia il film. Nella mente produciamo film, serie TV, puntate e talk show. La mente è come un grande schermo su cui la nostra immaginazione creativa proietta i suoi contenuti per lo più in modo meccanico e automatico ma pur sempre fantastico. Nessuno mai né in famiglia né a scuola né a catechismo ci ha insegnato la disciplina del dubbio e del ragionamento. Tutti, invece, ci hanno fornito spiegazioni già pronte, verità eterne, formule vincenti. Noi pensiamo in modo immaginativo e ci comportiamo in modo automatico. Ciò che, invece, fa la differenza è il ragionare, il capire, l’approfondire e l’esperire, tutte attività che hanno a che fare con la consapevolezza. La psicoterapia, in parte, è una scuola, una pedagogia, una palestra di ragionamento attraverso l’analisi su noi stessi e sulla vita. Dopo aver smantellato tutti i meccanismi automatici della mente e aver preso coscienza del nostro indottrinamento sociale, culturale e religioso possiamo finalmente iniziare a ragionare e a capire noi stessi e la realtà che ci circonda. La consapevolezza che ne viene fuori produce cambiamenti negli atteggiamenti e di conseguenza nei nostri schemi comportamentali e la vita torna ad essere, passo dopo passo, proprietà e affare veramente nostro. La consapevolezza che viene fuori dalla rottura degli schemi abitudinari sia mentali che comportamentali attiva in noi il senso di responsabilità che è proprio degli adulti. Quando finalmente la coscienza si sveglia dal sonno e dall’ipnosi collettiva, si rende conto che il tempo è poco e prezioso e dobbiamo utilizzarlo bene per fare della nostra esperienza di vita qualcosa di bello e di utile per noi e per gli altri. La qualità di una persona, secondo me, si vede dal livello di consapevolezza e di responsabilità che ha scoperto e raggiunto nel suo percorso di crescita personale. Ecco la differenza essenziale tra pensare e ragionare. Chi pensa sogna e crea, proietta e identifica contenuti personali inconsci in trame fantastiche privandosi del contatto sano con la realtà. Chi ragiona, invece, analizza e comprende, scopre perché dubita, impara perché fa esperienza. Chi pensa dorme, chi ragiona evolve! Quanto è importante la formazione di una persona alla vita e alla realtà e quanto sarebbe bello e importante formulare programmi scolastici incentrati sulla presa di coscienza. Io renderei materie primarie e fondamentali le lezioni di dubbio e di analisi logica e grammaticale, attiverei sin dalle elementari laboratori artistici e attività di gruppo sul problem solving per arrivare ad insegnare alle famiglie a spegnere la televisione e imparare di nuovo a parlare e a stare insieme. Ma questa è un’utopia, me ne rendo conto, perché se così fosse tante istituzioni e tante multinazionali che ci governano come mandrie perderebbero il controllo del potere e non avrebbero più senso di esistere. Manteniamo attivo e sveglio il nostro giudizio critico e impariamo a ragionare più che pensare.
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