Prosegue la raccolta di firme per fermare il project finanzing sulla passeggiata: un progetto sbagliato, ingiusto e illegittimo.

“La forte adesione al progetto per una spiaggia attrezzata e con servizi, operativa 12 mesi l’anno, in contrapposizione all’ipotesi della Giunta Bacheca finalizzata alla svendita della Perla del Tirreno, ci spinge a proseguire con determinazione l’attività di contrasto nei confronti di un project finanzing che riteniamo sbagliato, ingiusto e illegittimo.

È un progetto sbagliato, perché non crea servizi aggiuntivi al turismo o ai residenti e non offre nuove opportunità occupazionali. È sbagliato perché espropria i cittadini della libera fruizione di un bene comune e lo privatizza in cambio di lavori di ristrutturazione che l’Amministrazione non si vuole prendere la briga di gestire. Questo non è un project finanzing, è la dismissione di un bene comune, è la resa dell’Amministrazione davanti alla propria incapacità gestionale.

È un progetto ingiusto, perché vorrebbe utilizzare un bene comune come merce di scambio, privilegiando l’interesse privato rispetto a quello di un’intera comunità.
In un periodo di crisi economica e occupazionale ci si aspetterebbe un’azione amministrativa protesa a favorire l’incremento e l’accessibilità dei servizi a tutti. Una progettualità mirata a realizzare il pieno utilizzo del patrimonio pubblico e dei beni disponibili sotto il profilo temporale e qualitativo. Una programmazione finalizzata all’incremento delle opportunità imprenditoriali e occupazionali, soprattutto per quella fascia di popolazione che forse non possiede i milioni di euro necessari ad alleggerire l’Amministrazione delle proprie responsabilità ma ha idee, voglia di mettersi in gioco e necessità di trovare uno sbocco lavorativo. Questo improprio project finanzing non crea nulla che oggi non esista già e non persegue ciò che un’Amministrazione, degna del ruolo cui è stata delegata, dovrebbe realizzare.

Infine, è un progetto illegittimo, perché prevede che una zona demaniale possa seguire le sorti di una privatizzazione di fatto a venticinque o trent’anni. Infatti, mentre l’Amministrazione può purtroppo disporre delle opere murarie poste sotto la passeggiata (cabine e servizi) in quanto parte del patrimonio del Comune, non è legittimo fare altrettanto con il tratto di arenile antistante. Questo non è nelle disponibilità dell’Amministrazione comunale perché è un bene che appartiene a tutti, aldilà del nostro comune e aldilà del tempo, per fortuna limitato, di quest’amministrazione.

Si tratta di un problema politico e culturale che l’Amministrazione non riesce a cogliere ma che i cittadini di Santa Marinella hanno capito benissimo. Forti del loro sostegno, porteremo avanti questa battaglia di civiltà in ogni sede in cui sarà necessario sostenerla.

Riproponiamo con forza la nostra visione di qualificazione del bene comune. Vogliamo una spiaggia attrezzata con servizi che possano coniugare qualità e controllo con la libertà di fruizione. Uno spazio che, aldilà dei mesi estivi dedicati alla balneazione, costituisca un polo d’attrazione tutto l’anno, attraverso la pianificazione di nuove attività e l’offerta di servizi per lo sport, la cultura e l’intrattenimento. Vogliamo un’offerta integrata al turismo che generi nuove opportunità di lavoro e investimento sul nostro territorio”.
Comunicato da Il Paese che Vorrei.

 

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