Pescicoltura, contrario il Pd Civitavecchia
Dopo la netta presa di posizione del Senatore Astorre di qualche giorno fa, arriva anche il parere da parte dell’Adsp che nega a Civitaittica, la società che si propone di realizzare una pescicultura in gabbie galleggianti davanti alla Frasca, l’autorizzazione per un attracco interno al porto, indispensabile proprio per la gestione dell’impianto di produzione ittica in mare.
Il neo Presidente Musolino dunque, oltre a ribadire che l’utilizzo delle strutture portuali deve rispettarne le peculiari funzioni precipue, aggiunge un altro importante tassello alle argomentazioni utili ad impedire la realizzazione del maxi impianto di allevamento che comporterebbe l’interdizione di uno specchio di mare di 150 ettari (per avere un’idea pari a un’area che contiene circa 300 campi di calcio…). Il tutto, come spiega Bruno Astorre nella sua interrogazione parlamentare, a ridosso di una zona speciale di conservazione (ZSC) di interesse comunitario.
Qui non si tratta di entrare nel merito di quanto, con un impianto in mare aperto, possa essere diluito il carico dei nutrienti e dei cataboliti che per molti anni, con lo scarico delle acque reflue della pescicutura a fianco di TorreValdaliga Nord, aveva inquinato e intossicato la Frasca. È ovvio che la vecchia struttura a terra non può più essere utilizzata per allevamenti intensivi che determinano una dannosa eutrofizzazione della costa. Si tratta invece di non sottrarre un uno specchio acqueo, un tratto di mare unico, la fruibilità di un litorale tra gli ultimi rimasti ai Civitavecchiesi.
Così dopo il voto unanime del Consiglio Comunale e la pressoché totale contrarietà della popolazione vogliamo ancora una volta esprimere la nostra ferma volontà di opporci all’utilizzo di aree, all’insediamento di attività, al consumo di suolo e superfici che pregiudichino le naturali vocazioni del nostro comprensorio a vantaggio di pochi, a danno di molti.
Il Partito Democratico ed il Gruppo Consiliare