Pescicoltura, Magliani replica al M5S: “Giocano a fare il pesce in barile”
Non si è fatta attendere la replica dell’assessore Magliani al gruppo consiliare del Movimento Cinque Stelle sul progetto di pescicoltura alla Frasca. Secondo l’assessore all’Ambiente deve essere gravemente stigmatizzato il comportamento di chi si dichiara competente e per 8 mesi, cioè da ottobre 2018 quando è iniziato l’iter, al 10 giugno 2019 non ha prodotto alcun atto di contrarietà al progetto, né partecipato alla conferenza dei servizi.
“Si tratta di un progetto – afferma Magliani – che si è visto approvare perché chi ha potuto sollecitare gli uffici in quell’arco di tempo ed ha seguito la procedura non ha mai presentato osservazioni e ne partecipato alla conferenza dei servizi. Stigmatizzo questo grave comportamento omissivo di cui dovranno rispondere alla città. L’unico documento prodotto è un parere favorevole alla assoggettabilità a via che ho potuto depositare in conferenza dei servizi cui mi sono riportato. Mai ho espresso parere favorevole al progetto o sottoscritto alcunché. Consapevoli delle loro gravi mancanze tentano in modo capzioso e maldestro di addossare le responsabilità del nulla cosmico fatto per tutta la durata della conferenza dei servizi. Giocano a fare il pesce in barile. Non esiste alcun parere contrario a riprova del fatto che la precedente amministrazione voleva che il progetto fosse approvato ed ha lasciato una situazione ormai definita tanto che il silenzio assenso era già maturato prima della seduta del 17 luglio 2019. Allo stesso modo la regione in data 11.07. 19 aveva emesso già il parere unico favorevole al progetto sulla base dei pareri favorevoli delle autorità sanitarie. Bene ha fatto la città a bocciare tanta superficialità ed incompetenza. Al contrario questa amministrazione per tutti i progetti rilevanti sotto il profilo ambientale ha sensibilizzato la popolazione comunicato le scadenze dei termini ed invitato comitati ed amministratori del comprensorio a depositare atti e documenti, abbiamo fatto consigli comunali aperti su Enel, Porto e congiunto su termovalorizzatore. Questo progetto invece è stato colpevolmente nascosto e tenuto sottotraccia perché doveva passare in silenzio (assenso). Per tali motivi già nel mese di dicembre ho suggerito al vicesindaco di Tarquinia di valutare la possibilità previo apposito parere legale di ricorrere al TAR per stabilire la legittimità della procedura che non ha coinvolto lo stesso comune di Tarquinia”.