Stasera al Consiglio Comunale la Maggioranza si appresta a votare un Regolamento che secondo loro darà il via, senza problemi, alla rimozione del Cda di Civitavecchia Servizi Pubblici.
Ancora una volta li invito a riflettere perché i contribuenti non siano chiamati a pagare due Consigli di Amministrazione. Vediamo perché.
La consigliera Attig in un recente intervento, sollecitando la rimozione dell’attuale Cda, invocava una serie di norme principalmente l’art. <<90>> del TUEL, che tale non è, essendo l’art. <<50>> e la cui << validità>> nessuno ha mai messo in discussione tantomeno la Cassazione; si sarebbe dovuto sapere che il vice sindaco non ha il potere di << revocare >> disposizioni di gestione interna della società la quale non potrebbe avere un << amministratore unico >> ed un Cda allo stesso tempo.
Insomma una gran confusione che alimentano le mia preoccupazioni di maggiori spese.
Il regolamento che la maggioranza si appresta a votare fa leva principalmente su una recente sentenza della cassazione sulla quale tanto si discute, la quale ha affermato la revocabilità degli amministratori di una Società del Com une di Milano, da parte del Sindaco, avvalendosi del potrere attribuitogli dall’art.50 del TUEL.
Senza voler appesantire con dettagli tecnici, occorre tenere presente che la fattispecie affrontata dalla Cassazione è ben diversa, riguardando nomine, a suo tempo, effettuate intuitu personae, e quindi incarichi di natura fiduciaria conferiti direttamente dal precedente Sindaco, e come evidenziato nella stessa sentenza << senza alcun procedimento di evidenza pubblica, concorso e gara>>. Ricordo invece che gli attuali amministratori di CSP sono stati nominati proprio a seguito di pubblica selezione, e con il preciso scopo di slegare la loro attività dai condizionamenti strettamenti politici, peraltro con la formazione di una graduatoria che certo non potrebbe essere ignorata in qualsiasi controversia.
A buon intenditori poche parole.
Civitavecchia 9 luglio 2019
Vittorio PETRELLI
Il Buon Governo