CIVITAVECCHIA – Il phase out della centrale a carbone di Civitavecchia, fissato per il 31 dicembre 2025, è ben più vicino di quanto non si creda e la situazione di sostanziale di fermo operativo dell’impianto sta creando disagi, smembrando famiglie con lavoratori della nostra città spediti in altre Regioni, per cui torniamo a ribadire che Enel deve uscire dal suo silenzio e chiarire quali sono i suoi programmi per il sito di Civitavecchia. I livelli occupazionali vanno salvaguardati e non possono essere i dipendenti né il territorio a pagare alcuna transizione. È un concetto che deve essere compreso, prima ancora di avviare ogni discussione su quale sarà la strada da intraprendere per il dopo carbone a Torre Valdaliga Nord.
Iniziare a smantellare la centrale è il miglior modo di affrontare questa crisi nell’immediato, dando risposte a dipendenti, imprese e territorio. Cominciamo subito, mettendo le nostre maestranze al lavoro, utilizzando quelle professionalità che Civitavecchia ha sviluppato nel corso degli anni ad esempio nel settore metalmeccanico.
Finora molto è stato fatto, laddove l’azione del Comune, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni datoriali ha trovato nella Regione Lazio prima e nel Governo poi una sponda preziosa.
Programmare oggi, per non ritrovarsi poi a dover “correre” con quel che ne consegue negli aspetti di sicurezza ed economici, non solo è intelligente, ma doveroso. Crediamo che questo sia il momento giusto per chiedere un impegno in tal senso ad Enel, con il Governo che se ne farà garante.
Fabiana Attig – Gruppo consiliare La Svolta
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