(continua dall’edizione precedente
Diagnosi clinica
La manifestazione clinica dell’osteoartropatia di Charcot si caratterizza per differenti fasi di presentazione.
Fase acuta
Una modalità tipica di esordio della patologia è rappresentato da un piede neuropatico caldo con unilaterale edema, iperemia con o senza sintomatologia dolorosa locale. In altre occasioni il quadro clinico dell’osteoartropatia di Charcot si manifesta con una evidente tumefazione del piede che si accompagna ad una deformità strutturale, con associata instabilità funzionale quando il processo ha coinvolto il mesopiede o l’articolazione della caviglia.
Fase cronica
Una manifestazione tipica della cronicità dello Charcot è il “piede a dondolo” secondario all’instaurarsi di una deformità strutturale del mesopiede per cedimento della volta plantare con protusione dei cuneiformi e del cuboide. Tale condizione predispone alla comparsa di lesioni ulcerative nelle sedi di maggior carico pressorio. L’esame obiettivo di un piede con sospetta osteoatropatia di Charcot, prevede oltre al riconoscimento dei segni di infiammazione (edema, iperemia, aumento temperatura cutanea), comunque aspecifici, la rilevazione della neuropatia sensitivo-motoria mediante la valutazione della sensibilità vibratoria e della sensibilità alla pressione.
Diagnosi strumentale
La temperatura cutanea è testata con un apposito termometro, valutando una differenza termica rispetto al piede controlaterale. Una differenza di temperatura di 3° è considerata significativa. Valori elevati di temperatura cutanea sono strettamente correlati con la localizzazione anatomica dell’osteoartropatia acuta di Charcot, come successivamente confermato alle indagini strumentali. Oltre ad un valore diagnostico, il rilevamento della differenza di temperatura cutanea del piede interessato dal processo osteodistruttivo, riveste anche un importante ruolo nel monitoraggio in corso di terapia, e nella definizione della fase clinica di risoluzione del processo stesso. Nella fase acuta l’aumento di temperatura si associa alla presenza contemporanea di un piede edematoso ed iperemico. Nella fase post-acuta dello Charcot, quando i segni grossolani dell’infiammazione sono assenti, il prematuro ritorno all’attività ed al carico è causa di una riacutizzazione e/o peggioramento del processo osteodistruttivo. Pertanto il monitoraggio della temperatura potrebbe risultare d’aiuto per rilevare quei cambiamenti della temperatura meno eclatanti ma ancora indicativi di un processo in atto. Un riequilibrio della temperatura tra i due piedi, insieme con segni clinici e radiologici di risoluzione, potrebbe essere usato per meglio definire il proseguo della terapia locale. Inoltre è stato attribuito ad un incremento della temperatura cutanea un valore predittivo di future ulcerazioni in sedi di pregresse lesioni.
Radiografia del piede: La radiografia del piede, eseguita in tre proiezioni (antero-posteriore, laterale ed obliqua), rappresenta una modalità diagnostica capace di identificare una condizione di osteoartropatia di Charcot con segni tipici nelle diverse fasi del processo.
(continua nella prossima edizione)