“Affrontare temi di largo respiro è un’esigenza che si pone oltre le consuetudini a cui ci costringono, troppo spesso, le dinamiche amministrative.
Il punto è stabilire le priorità dentro una visione strategica di lunga prospettiva.
Civitavecchia attraversa una fase di estrema difficoltà su vari e decisivi versanti. Dalle condizioni ambientali, a quelle dello sviluppo economico e occupazionale, sino a quello sociale e culturale.
Non si tratta di una crisi dalla quale si possa uscire senza uno scatto di reni dell’intera comunità cittadina. C’è la necessità di porre l’attenzione su di una idea guida, profondamente condivisa, che possa essere punto di riferimento per questa, come per le Amministrazioni dei prossimi anni.
La città non può sopportare politiche ambigue, timide, incerte e prive di un orizzonte largamente condiviso dalle forze politiche, sociali e persino dai cittadini in prima persona.
Siamo ad un punto di non ritorno. È il momento di fare scelte unificanti non di carattere congiunturale ma scelte impegnative e vincolanti, sia pure nella differenza di ciascuno e sia pure seguendo strade non sempre coincidenti.
Ritengo che si possa convenire sulla centralità di una battaglia senza quartiere al “degrado” perché questo può divenire il fronte privilegiato dal quale sviluppare iniziative nelle più varie direzioni, tutte convergenti verso l’obiettivo di una rinascita cittadina a partire dai fondamentali.
Si tratta di affrontare il “degrado” urbano, ma anche aspetti non trascurabili di “degrado” sociale e culturale in modo che, da questa più sicura piattaforma, possano avere successo piani di riqualificazione, di sviluppo e occupazionali.
Ciò significa impegnare tutte le risorse umane e finanziarie disponibili nella direzione di restituire alla città condizioni di migliore vivibilità, praticando uno sviluppo eco-compatibile, investendo in una forte innovazione e invertendo un atteggiamento che troppo spesso spinge a considerare quali problemi questioni che possono, invece, rappresentare opportunità.
Luoghi nei quali riunire le forze disponibili sono utili a condizione che ci si muova dentro un terreno condiviso.
Penso che la lotta al “degrado” possa essere questo terreno.
Non è una sfida dai toni arroganti quella che lancio e soprattutto non è una sfida che lancio ad altri. Sono convinto che sia utile agli interessi generali e quindi interroga i comportamenti e le azioni di tutti, nessuno escluso.
Non mi sfuggono tutte le implicazioni che sono conseguenti. Esse sono cogenti sul fronte della tutela dell’ambiente e della salute, lo sono per quanto riguarda la prevenzione di azioni che favoriscono il “degrado” come lo sono per gli aspetti sanzionatori che vi si oppongono.
Se la lotta al “degrado” diviene la stella polare dell’azione amministrativa anche per i prossimi anni, si getteranno le basi per rafforzare i vincoli di comunità ma soprattutto diverranno più semplici le scelte da assumere e meno drammatiche le divaricazioni politiche.
Se condurremo con determinazione la nostra azione essa non potrà non avere anche effetti positivi sull’occupazione e sull’attrazione del territorio per iniziative di sviluppo, compatibili con l’ambiente e la salute.
Se in questa chiave leggeremo le ipotesi di sviluppo del sistema portuale, delle infrastrutture, del polo energetico, dei servizi comunali, della scuola e della cultura, sono profondamente convinto che si ridurranno le occasioni di scontro e si moltiplicheranno le iniziative tese a favorire l’interesse generale.
Non sono certo che saremo in grado di farlo ma sono convinto che risieda nella nostra piena responsabilità provarci senza esitazioni”.
Lo ha comunicato il capogruppo del PD, Marco Piendibene.

 

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