“Pigotte Unicef made in carcere”
Tante le iniziative promosse dal comitato Unicef locale, che in questi anni hanno coinvolto le strutture carcerarie con un messaggio di speranza e di inclusione rivolto alle ospiti, che sempre con grande spirito collaborativo accolgono le mission Unicef nei loro cuori e nel loro vivere quotidiano.
“Made in carcere – è stato il recente evento di sabato 5 ottobre in ordine di tempo che ha fatto da cornice presso la casa circondariale di via Aurelia Nord degli Istituti Penitenziari “G. Passerini”, che ha visto la presenza come relatore del noto stilista a livello internazionale Santo Versace sul tema: “NUOVE PROSPETTIVE PER IL LAVORO DETENTIVO”.
Nell’occasione sono state mostrate dal personale della struttura carceraria le pigotte realizzate per Unicef da alcune detenute. Un momento di grande inclusione con le ospiti della struttura esibirsi in canzoni, racconti e poesie romanesche innanzi a Versace, alle autorità cittadine e alle tante associazioni locali che collaborano con diversi progetti. Al termine dell’evento sono state consegnate dalla Direttrice del Carcere Patrizia Bravetti alla responsabile del Comitato UNICEF di Civitavechia Pina Tarantino le Pigotte realizzate dalla sezione femminile a conclusione del progetto che da anni coinvolge le due realtà carcerarie civitavecchiesi.
“Ringrazio dal profondo del cuore a nome di Unicef e di tutti i suoi volontari la Direttrice Patrizia Bravetti per essere sempre con noi appoggiando tutte le nostre attività – commenta Pina Tarantino responsabile UNICEF Comitato Civitavecchia e Lazio Nord – la Comandante del reparto di polizia penitenziaria Giovanna Calenzo, la Vice Comandante Commissario coordinatore Luisa Mainenti , la Comandante della reclusione Emanuela Anniciello, la Dott.ssa Alessia Cipolla capo area pedagogica della sezione femminile, le volontarie del cucito e l’impagabile educatore Dott. Paolo Maddoni. Questo evento, come tutti gli altri, rappresenta un profondo significato educativo e personale per tutti, in particolare per le ospiti della struttura penitenziaria che hanno la possibilità di interloquire con il mondo esterno recependo appieno l’importanza e la vicinanza al prossimo, di cui si sentono parte integrante”.