L’intervista rilasciata dall’assessore comunale al commercio in occasione dello sciopero dei lavoratori di Port Mobility è la conferma (qualora ce ne fosse stato bisogno) che, quando non si sa di cosa si parla, sarebbe meglio tacere.
L’assessore in questione, infatti, ha richiamato più volte il Presidente dell’autorità portuale ad assumersi le proprie responsabilità quasi che avesse inviato lui le lettere di licenziamento e non il patron di Port Mobility.
Nel giustificare questa sua richiesta non ha trovato di meglio che ricordare i “provvidenziali” interventi in situazioni simili a quella odierna di precedenti presidenti dell’autorità portuale. Non sappiamo se si riferisse agli stessi che hanno contribuito a realizzare nel nostro porto un peculiare sistema di imprese unico nel panorama dei porti italiani ma dovrebbe sapere che l’attuale normativa ha messo un freno, forse per rimediare a passate allegre gestioni, alla possibilità di intervento delle port autority in problematiche che interessano aziende private.
Meglio avrebbe fatto il maldestro assessore a stigmatizzare il comportamento di un’azienda che, dopo aver realizzato evidenti profitti, ricorre ad un licenziamento collettivo rifiutando il ricorso agli ammortizzatori sociali. Ma purtroppo anche a fronte di un dramma occupazionale ha dato prova del suo qualunquismo politico.
Il suggerimento concreto che ci sentiamo di dare, e che potrebbe tornare utile ad una positiva soluzione della vertenza, è di riconvocare con la massima urgenza la “cabina di regia” istituita di recente presso il nostro Comune, con l’assenso unanime del Consiglio Comunale, che ha tra i suoi scopi di affrontare le crisi occupazionali. Invitare al tavolo l’Autorità Portuale, l’assessorato regionale al lavoro, la società Port Mobility e le organizzazioni sindacali sarebbe la strada giusta per aiutare i lavoratori in difficoltà, i quali di tutto hanno necessità tranne che di polemiche sterili e di una ricerca di responsabilità tutta protesa a ricavare improbabili e strumentali vantaggi politici.
Il Gruppo consiliare del Partito Democratico