L’avvenuta firma dei cig, i codici integrativi di gara necessaria per l’emissione delle fatture da parte di Port Mobility relative ai servizi svolti da gennaio ad oggi sono stati sbloccati solamente nella giornata di ieri da parte del presidente dell’Authority Francesco Maria di Majo che li è andati a firmare addirittura a Gaeta (a Civitavecchia si vede poco e quando lo si vede è impegnato nelle indagini per cacciare ora questo ora l’altro). Il cig, come detto, adesso è nella disponibilità dell’azienda e, anche se effettuato con estremo ritardo, il personale di Port Mobility, il 27 aprile prossimo, vedrà garantito il pagamento degli stipendi grazie alle anticipazioni bancarie sulle fatture delle banche.
Conferenza stampa convocata in fretta e furia da Port Mobility per spiegare bene la situazione, soprattutto in risposta ad una lettera di Fabio Angeloni, firmatosi come esponente PD, nella quale ci sono tantissime imprecisioni, inesattezze e, soprattutto poche verità.
Pur non citandolo mai, il patron di Port Mobility, Edy Azzopardi, ha parlato del difficile rapporto con il presidente di Molo Vespucci, Francesco Maria Di Majo e del fatto che, la crisi nella quale sta sprofondando l’AdSP del Tirreno Centro Settentrionale non ha precedenti.
Le fatture di gennaio, febbraio, marzo, aprile e maggio saranno pagate sulla base del vecchio piano tariffario. Da giugno in avanti dal tariffario aggiornato a maggio del 2017 ma reso pubblico solo ad aprile del 2018.
Una situazione di poca chiarezza, opacità e mancanza di dialogo che, al momento, impedisce a Port Mobility di poter prendere in considerazione anche l’assunzione degli stagionali in supporto dei 130 dipendenti fissi dell’azienda.
Un altro duro colpo per il lavoro portuale che già sta soffrendo e che riscontra delle criticità in ogni settore. Traffico merci in caduta libera, automotive completamente sparito e del famoso accordo con Grimaldi ancora nessuna traccia, GTC alle prese con una battaglia con CFFT. Gru che vanno in fiamme. PAS con un bilancio in perdita di quasi 300mila euro e, in tutto questo, un presidente distratto dalla politica che sta cercando di correre ai ripari ma ormai i danni sono veramente troppi.
Un ultima annotazione di nota, poi vi lasciamo al video della conferenza stampa decisamente più esaustivo, sembrerebbe confermato (anche se sul portale trasparenza non v’è traccia) che il presidente Di Majo avrebbe revocato oltre un anno fa il mandato all’avvocatura dello Stato per trattare la vertenza con TotalErg e avrebbe affidato l’incarico al giovane tarquiniese Dinelli dello Studio Gruner.
Se fosse vero sarebbe interessante sapere cosa ne pensa Claudio Gorelli oggi all’interno del OIV organo interno di valutazione che ebbe modo di criticare pesantemente i predecessori proprio di Di Majo che ancora non ha saputo rispondere alle accuse di aver taroccato il curriculum mosse dal senatore Quagliarello.
(Fonte: wwwwetrurianews.it)