Interventi specifici per il comparto del turismo, una “Movimentazione minima garantita” che rilanci il settore merci ed iniziative straordinarie per i cantieri delle grandi infrastrutture. Questi i temi che il sindaco di Civitavecchia, Ernesto Tedesco, ha chiesto per lo scalo marittimo ai vertici nazionali e regionali.  “L’emergenza sociale ed occupazionale, legata a quella sanitaria, si è innestata in un contesto di crisi socio-economica già latente che aveva purtroppo da tempo investito il porto di Civitavecchia. L’attività principale dello scalo, che è fonte di reddito per migliaia di famiglie tra impieghi diretti e indotto, è quella legata al traffico crocieristico e, in misura comunque sensibile, anche se minore, alle Autostrade del Mare. Entrambi questi settori sono stati del tutto azzerati dalla necessità di contenere il Covid-19 e le prospettive di incertezza collegate all’emergenza sanitaria non offrono spiragli confortanti a breve/medio termine per una seria e concreta ripresa”, scrive Tedesco. Di qui “l’urgenza di varare norme di salvaguardia per tutti i lavoratori che a causa della pandemia hanno visto ridursi drasticamente la fonte di reddito, non potrà non contenere misure specifiche per quelle categorie (dalle guide turistiche agli addetti all’accoglienza, dal personale di sicurezza a quello delle agenzie, etc.) che le istituzioni hanno il dovere di non abbandonare a se stesse”.

Il primo cittadino cita poi “le grida d’allarme anche per il settore merci che nel nostro porto non ha sviluppato l’auspicabile incremento, limitandosi in termini di traffici a numeri in contraddizione con la strategica vicinanza ad importanti piattaforme logistiche del Centro Italia e al maggiore mercato del Centro-Sud. Servono misure specifiche per Civitavecchia. Il Governo deve intervenire riequilibrando la movimentazione complessiva dei container su tutti gli scali nazionali” con “una misura che potremmo definire “movimentazione minima garantita” per gli scali portuali italiani”.

Un capitolo specifico della lettera è dedicato ai collegamenti infrastrutturali. “Ci aspettiamo che, davanti alla straordinarietà del momento e guardando alla fase di imponente Ricostruzione che ne dovrà seguire, si adottino da subito vere e proprie “misure commissariali” per realizzare i neanche venti chilometri mancanti della Civitavecchia-Orte, recuperando anche quella visione strategica di un asse Civitavecchia-Venezia gestito da Anas. Così come la crisi potrebbe anche essere l’opportunità per valutare un rilancio della ferrovia per Capranica-Orte”.

“Da alcuni – continua il Sindaco – si è prospettata l’idea di far scaricare in banchina parte del carbone destinato alla centrale termoelettrica Torre Valdaliga Nord, che si serve invece esclusivamente del molo carbonile adiacente l’impianto. Non è mia abitudine escludere aprioristicamente alcuna ipotesi, ma la valutazione sulla concreta fattibilità non può verosimilmente prescindere da percorsi che sotto il profilo autorizzativo sarebbero sicuramente tortuosi e di non facile realizzazione anche in considerazione degli enti che sarebbero obiettivamente coinvolti nell’iter procedimentale”.

Auspicando quindi “un percorso strutturale vero che determini un cambiamento reale ed efficace con effetti duraturi nel tempo nel quale il Governo si impegni con un investimento concreto anche sotto il profilo economico al fine di garantire la sopravvivenza di tutte le aziende che operano in ambito marittimo”, il primo cittadino ha poi concluso la lettera, che è stata inviata al premier Conte, ai ministri De Micheli, Franceschini, Gualtieri, Patuanelli al Governatore Zingaretti e agli assessori regionali Alessandri e Orneli, al sindaco di Città Metropolitana di Roma Raggi e al presidente di Adsp di Majo oltre che, per conoscenza, a tutti i consiglieri regionali: “Civitavecchia non può attendere oltre”.

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