I vertici dell’Adsp leggono con soddisfazione i dati che arrivano da Miami relativi alla crescita del settore crocieristico. Ma per la Compagnia portuale questo non basta. Il vicepresidente Scilipoti lancia l’allarme: “Lo scalo è in una crisi drammatica”
CIVITAVECCHIA – C’è chi gioisce e chi lancia allarmi. Chi vede orizzonti più che rosei e chi invece vede nubi. Il porto di Civitavecchia non vive certo una delle sue stagioni migliori dal punto di vista della “pace sociale” e della sicurezza dei traffici.
I dati positivi che arrivano da Miami, relativi a quello che è un settore che ancora tiene e cresce, a livello mondiale, quello cioè delle crociere, fanno ben sperare. Le previsioni del traffico crocieristico per l’anno 2019, confermano, infatti, il trend di crescita del porto di Civitavecchia, con un ulteriore aumento di oltre 125.000 crocieristi (nel 2018 l’aumento è stato + 250.000). “C’è un clima di grande soddisfazione a Miami – ha dichiarato il Segretario Generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Roberta Macii – per il lavoro che abbiamo svolto in stretta collaborazione con la Roma Cruise Terminal (RCT) incontrando gli armatori del settore e confrontandoci su programmi e previsioni future. Numerosi sono stati i momenti di confronto e condivisione con i rappresentanti di altri scali del nostro paese sul mondo che si muove intorno alle crociere e sulle risorse professionali e tecnologiche che ciascuna Autorità di Sistema Portuale mette in campo per elevare sempre di più la qualità dei servizi connessi al traffico crocieristico. Sono soddisfatta per i risultati ottenuti dal porto di Civitavecchia; risultati che, per i prossimi due anni, grazie anche ai rapporti instaurati con i principali armatori del settore, si prevede debbano crescere ulteriormente confermando la leadership del porto di Roma, pronto a raccogliere le nuove sfide del mercato anche alla luce della imminente consegna di navi sempre più green”. A tale riguardo, come sottolineano da Molo Vespucci, si stanno registrando i positivi effetti per il porto di Civitavecchia della politica incentivante dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale orientata a premiare le navi che sono dotate di tecnologia all’avanguardia sotto il profilo dell’impatto ambientale. “A conferma di ciò, il prossimo 22 aprile – spiegano dall’Authority – arriverà nel porto di Roma la nave da crociera Aida Nova, alimentata a Gas Naturale Liquefatto, che beneficerà, in virtù di un decreto del Presidente dell’AdSP, dello sconto sulla quota fissa per lo svolgimento del servizio di raccolta dei rifiuti di bordo”.
Ma tutto questo non basta per rassicurare sulla tranquillità dello scalo. “Perché il porto di Civitavecchia – ha tuonato il vicepresidente della Compagnia portuale Patrizio Scilipoti – è in una crisi drammatica. Non è mia abitudine fare allarmismi, ma è ora che si dica la verità su ciò che sta accadendo nel porto di Civitavecchia. Anzi, su ciò che non sta accadendo. L’aumento del settore crocieristico così come dei traffici Ro-Ro e Ro-Ro pax non deve indurre a pensare che il nostro scalo navighi in buone acque. Tutt’altro. Gli aumenti indicati, infatti, non rappresentano la cartina al tornasole per capire lo stato di salute del nostro scalo. I traffici che portano lavoro, che fanno da moltiplicatori per l’economia portuale e, di conseguenza, per quella territoriale sono in forte sofferenza, per usare un eufemismo, e ciò che affermo è facile da costatare. Se si volge lo sguardo verso il porto, si notano, tra le altre cose, le gru quasi sempre ferme”.
L’analisi del vicepresidente della Cpc parte dal traffico dei containers. “Dobbiamo sempre, e purtroppo, registrare la volontà del terminalista-armatore, nonché concessionario in monopolio – ha sottolineato Scilipoti – di usare il nostro scalo solo per parcheggiare i vuoti e movimentare poche migliaia di unità dry. E la cosa tragicomica è che si vorrebbero concedere ulteriori anni di autorizzazione ad operare nel terminal container, quando è palese che l’armatore che lo controlla ha chiaramente intenzione di sviluppare i traffici di tutti i porti del Mar Tirreno tranne che del nostro, e gli investimenti recenti sono lì a dimostrarlo. Questo, oltre che illogico, ormai non è più tollerabile. Ma ciò che veramente è diventata, purtroppo per noi, una barzelletta per la portualità nazionale ed internazionale è la questione della vertenza delle frutta esotica dell’impresa Cfft. In un porto in recessione di traffici merci, come il nostro, i vertici dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale altro non hanno fatto che complicare la questione amministrativa che si è logicamente ripercossa su quella commerciale. Perché rispetto ai primi tre mesi del 2018, il traffico delle banane ha perso il 56 % con circa 12.400 tonnellate in meno. E la cosa veramente kafkiana è che stiamo parlando di un traffico che i clienti vorrebbero incrementare. Assurdo. Allora, qui qualcuno ci deve dire la verità, assumersi le proprie responsabilità ed attivarsi per rimuovere gli ostacoli ad un traffico ormai vitale come quello delle banane. Sembra quasi che a Molo Vespucci – ha aggiunto Scilipoti – ci sia chi, per motivazioni ignote ed incomprensibili, sta complicando o rallentando la soluzione amministrativa. Non è più possibile andare avanti in questo modo. Qualcuno, sempre a Molo Vespucci, dovrebbe capire che noi abbiamo la responsabilità di centinaia di famiglie e proprio per questo ci stiamo attivando, insieme ai sindacati che fin qui hanno svolto un ottimo lavoro, per intraprendere tutte le strade al fine di arrivare alla soluzione dei problemi che affliggono il nostro scalo, per il bene comune del porto ma soprattutto per il bene di una città come Civitavecchia che ha urgente bisogno di risposte lavorative. Soluzioni, peraltro, che insieme ai nostri tecnici avevamo suggerito già da tempo, ed in più di un’occasione, ai vertici dell’AdSP. Suggerimenti che, purtroppo – ha concluso il vicepresidente della Cpc – per loro volontà sono caduti nel vuoto”.
Fonte Civonline