“Domenica mattina ci siamo recati al presidio dei lavoratori della Royal Bus, in sciopero da una settimana, per portare la nostra solidarietà. Ci hanno riferito di un ritardo di 4 mesi nei pagamenti dei loro stipendi e della mancanza di certezze rispetto al loro futuro. Apprendiamo con piacere, dalla cronaca che riporta le conclusioni della loro riunione di lunedì con Port Mobility, che è stato garantito l’assorbimento di tutto l’organico quando una nuova società subentrerà alla Royal Bus. Per le colpe delle imprese e delle istituzioni che hanno portato a questa situazione ci rimettiamo all’analisi che i lavoratori stessi , insieme alla loro rappresentanza dell’Unione dei Sindacati di Base, hanno svolto in questi giorni. Invitiamo quindi a cercare i loro comunicati o contattarli direttamente e sui social per chiedere della loro storia: troverete delle persone che con coraggio stanno lottando per i loro diritti e che vi restituiranno le sensazioni che si provano nell’affrontare una situazione così delicata.
Vogliamo invece evidenziare come, per l’ennesima volta, quando nel porto si determina qualche crisi, aziendale o di traffici, a rimetterci siano sempre i lavoratori. Cosa stanno facendo le istituzioni? E’ possibile che l’Autorità Portuale sia disponibile ad ascoltare e soddisfare ogni desiderio delle compagnie marittime e dei dirigenti delle aziende, sempre a discapito degli operai? Non vogliamo più sentire la barzelletta per cui o si accettano tutti i dictat degli imprenditori o questi sposteranno i loro investimenti. E dove? Se vogliono portare passeggeri e merci a Roma è da qui che devono passare, quantomeno da quando Traiano ha fatto costruire il nostro porto. Se vanno altrove, lontani dalla Capitale e con spese maggiori, è sicuramente colpa di chi dovrebbe promuovere il nostro scalo.
I dirigenti di Molo Vespucci, presenti e futuri, devono cominciare a cambiare registro. Sono un’emanazione del governo e quindi devono rappresentare la Sovranità Popolare. Abbiamo un città ridotta alla miseria, con il 25% di disoccupazione e larghe fasce della popolazione sotto la soglia di povertà. E’ arrivato il momento che le ricchezze del porto vengano ridistribuite tra gli abitanti che vivono il territorio. Agli operatori portuali deve essere garantito lavoro di qualità e continuativo. Siamo stufi delle cifre entusiastiche che ci forniscono di tanto in tanto sugli aumenti di traffici e dei tagli di nastro che non portano occupazione. Di queste “migliorie” gli abitanti di Civitavecchia non vedono neanche le briciole. Potere al Popolo nasce in Italia per lottare per la piena attuazione della Costituzione e per controllare che i poteri forti, siano essi imprese private od istituzioni pubbliche, non facciano solo l’interesse dell’uno per cento più ricco, ma che tutelino e rappresentino il restante 99% della popolazione. Questo deve avvenire anche nel porto di Civitavecchia e noi saremo qui a controllare che chi deve faccia il proprio dovere!”.
Lo ha reso noto il Comitato territoriale di Potere al Popolo