Presentato il libro “Senza Confini” di Franca Schininà, introduzione di Ombretta Del Monte
L’11 aprile presso la Senato Della Repubblica – Sala Caduti Di Nassirya si è svolta l’importante presentazione del libro “Senza Confini” di Franca Schininà. Ha aperto la conferenza la senatrice Gelsomina Vono FI portando il suo saluto istituzionale anche a nome del Senatore Adriano Paroli FI che ha promosso l’iniziativa. Ha moderato l’incontro e intervistato l’autrice, il giornalista della radio vaticana Rosario Tronnolone. Ha introdotto la pittrice e scrittrice Ombretta Del Monte
Franca Schininà fotografa e scrittrice è persona che colpisce per i suoi lavori fotografici e la sua straordinaria passione di conoscere e aiutare il prossimo più debole attraverso la sua arte. Fotografa di eccezione, allieva del grande fotografo siciliano Peppino Leone, il quale la indirizzò al bianco e nero, percependone la capacità di sintesi e l’approccio all’obiettivo, perché animata dall’esigenza interiore di esprimere la sua autoconsapevolezza in direzione dell’universale senso comune dell’uomo. Tantissimi i lavori editoriali e le mostre di Franca Schininà e tutti basati sulla ricerca del senso profondo della vita. Per citarne alcuni nel 1983 realizza il reportage sugli ospedali psichiatrici “Emarginazione e solitudine”, nel 1999, per la Mostra sulla Storia del Manicomio di Palermo “000 Mondo della follia e oltre”, nel 1993 pubblica “Fin qui sei giunto…”, immagini di un viaggio-ricerca effettuato nel Tibet nel 1991.Dalle Lofoten alla Sicilia, dalla Patagonia all’Africa, dal Perù allo Yemen, dalla Cina al Portogallo, al Marocco nasce, nel 1996, il lavoro autobiografico “Un silenzio attorno a una voce”.Nel 2001, Mostra itinerante sui “DIRITTI UMANI VIOLATI”, inaugurata a Matera dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.Nel 2002, una selezione di 13 sue fotografie, aventi ad oggetto la condizione dei minori in diversi paesi del mondo, viene utilizzata per la realizzazione del calendario Unicef dedicato al “Progetto ZAMBIA, assistenza ai bambini orfani dell’Aids”.
Nel 2004 presenta, assieme alla mostra, in svariate città e sedi universitarie, la pubblicazione “SETE D’AFRICA”, seguita da una seconda edizione nel Febbraio 2005, con i cui proventi della vendita realizza svariati progetti in Africa.
Nell’Ottobre 2006, svolge, per conto dello I.O.M. (International Organization Migration) e con la collaborazione della Fondazione PARADA (creata nel 1995 dal clown Miloud), il lavoro “I Ragazzi di Bucarest”, relativo ai bambini e ragazzi di strada in Moldova e in Romania.
Il 27 Gennaio 2007, per la Giornata della memoria, presenta a Scicli, Pal. Spadaro, “Conoscenza – Coscienza – Clemenza”, realizzato ad Auschwitz e Birkenau.
Nell’Aprile 2007, un interessante lavoro su “Pasqua in Guatemala e “On the road”, reportage sulle condizioni di vita del Guatemala, Nicaragua e Costa Rica.
Nell’Agosto 2008, si reca in Brasile per ultimare il lavoro sui bambini e ragazzi di strada.
In cantiere “FIHAVANANA”, pubblicazione sul Madagascar e sulla Missione, a Marovoay, della quale si occupa, con grandi risultati, l’Associazione Progetto Missione Madagascar Onlus, di cui fa parte a tempo pieno.
Febbraio 2009: Palestina: Pellegrinaggio di Pace e Giustizia, un lavoro che verrà richiesto e presentato, dai Comitati palestinesi, in parecchie città d’Italia.
Nel Luglio 2014, al Castello di Donnafugata, un’antologica: Camminando per il mondo…
La sua ricerca ha continuato sui ragazzi di strada in Brasile, meninos de rua, e in Sud Africa.
Introdurre Franca SCHININA richiede molto tempo e capacità d’immedesimarsi soprattutto nel suo ricercare il perché della sofferenza nel mondo. Quella sofferenza che non è causata solo dall’egoismo e dall’odio dell’uomo , ma anche per le calamità naturali o le malattie .
Allora la sofferenza è prevista in sé, nel mondo e dal mondo: non accade solo per colpa dell’uomo. Nelle opere fotografiche di Franca Schinina’ prevale la sofferenza, il male, un male violento e irrazionale, il quale può essere contrastato solo dalla pratica del bene. E franca ha congiunto la sua arte alla pratica meritoria della beneficenza attraverso il ricavato dei suoi libri interamente devoluto alle varie missioni umanitarie dove lei stessa opera da tempo. Il male non è nelle cose, “ma proprio nell’animo” recitava Seneca. Uno degli scrittori che hanno maggiormente capito la tragicità dell’esistenza e la drammaticità del fenomeno del male e del dolore descritto in tutte le sue forme è stato Dostoevskij. Nelle sue opere, egli “scava” nel mistero insondabile dell’animo umano, mostrando una umanità degradata, sintomo del malessere di un mondo sul limite del proprio abisso e continuamente oppresso dalla presenza del male. “L’idiota”, definito da Thomas Mann. “il romanzo dell’anima”, è un tentativo di sovvertire le tradizionali contrapposizioni tra bene e male, tra amore e odio per affermare un nuovo principio, quello della compassione per il dolore del prossimo. Ma fu anche quello che disse che la bellezza salverà il mondo, cioè tutto l’universo. Cosa c’entra la bellezza con la salvezza dell’universo? C’entra eccome! I filosofi antichi dicevano che le cose belle, le cose buone e le cose vere sono la stessa cosa.
“In questi 40 anni ho continuato ad andare per il mondo, e purtroppo, con sgomento e dolore, ho annotato l’immensa ingiustizia che circonda l’umanità, ingiustizia perpetrata sempre nei confronti dei più deboli, di coloro che non hanno la forza, la possibilità di difendersi, reagire, e quale migliore opportunità di un obiettivo per scoprire questa ingiustizia, bloccarla in un magico fotogramma, trasformato in seguito in un’immagine che permetta di comunicarla al mondo intero, di far conoscere una realtà da molti ignorata o peggio dimenticata…” su questa frase di Franca sovviene affiancarla ad Helen Levitt fotografa newyorkese di metà ‘900 con la sua fotografia si pose delicatamente a cavallo tra l’innocenza dei bambini e la brutalità di New York. Helen Levitt catturò la vita dei bambini della città, che erano pieni di energia e vitalità, mentre anche alcuni scorci della crudeltà e della violenza della città venivano catturati attraverso il suo obiettivo e mi piace continuare rimanendo nei grandi della fotografia con una citazione di un grande maestro Minor White, che disse: “Non è l’occhio che sceglie, è l’anima che sta cercando, perché il momento dello scatto è già dentro l’anima.” “Senza confini”, in fondo, è la mia vita… forse, sono io, a non avere confini…ed il mio augurio più sentito per tutti è di non vedere mai confini, ma solo e sempre orizzonti…” conclude Franca Schininà