La Sua ordinanza che impone dal prossimo 15 settembre  il trasferimento dello scarico e della movimentazione della frutta presso la banchina  25 gestita dalla Rtc invece delle attuali banchine 23 e 24 ad opera della Civitavecchia Fruit & Forest Terminal dopo anni di attività che ha portato ad investimenti milionari per dare una risposta sempre più efficiente alle esigenze logistiche  merita una riflessione che ci auguriamo sia attenzionata da Lei e dai suoi collaboratori.

La missione principale di un Sistema Portuale è quella di coordinare e regolamentare i soggetti imprenditoriali che decidono di operare ed investire nello scalo per la promozione dello sviluppo e del lavoro. La gestione amministrativa deve essere condotta con una certa elasticità, specie quando ci sono ritardi normativi, non al passo con i tempi od all’esigenze operative in costante evoluzione, od in presenza di ritardi programmatici od adeguamenti autorizzativi da parte della stessa Autorità di Sistema Portuale.

Appare quindi anacronistico ed assurdo, che dopo anni di attività della Cfft presso le banchine pubbliche, dopo investimenti milionari per adeguare la logistica all’esigenze sempre più competitive del trasporto moderno, si decida di revocare l’autorizzazione per una mera impostazione burocratica e comunque per mancanza di adeguamenti dello strumento di concessione che sono imputabili al proprietario della banchina ossia alla stessa Autorità Portuale di sistema.

In una politica di federalismo portuale ormai raggiunto dai porti più efficienti quali quelli  europei ma anche da alcune realtà più brillanti italiane, dove si sostiene e si promuove l’evoluzione della logistica, si favoriscono la dinamicità dei traffici e  la polivalenza operativa, a Molo Vespucci si decida di fatto di interrompere un rapporto di quelle dimensioni, perché questo determinerà l’attuazione di quell’Ordinanza.

Per non pensare a quale immagine burocratica si propaganderebbe a futuri e potenziali investitori la nostra Autorità di Sistema Portuale.

Viene da domandarsi se sia lecito essere ostaggio della Rtc, e soprattutto se la sua concessione sia ancora legittima dopo la mancata attuazione degli impegni di movimentazione che era stato elemento fondante di quella concessione, questione che si era anche sollevata ma sulla quale non si è mai voluto andare fino in fondo.

Per questi motivi invitiamo il Presidente ed i suoi stretti collaboratori  ad un atto di coraggio e di responsabilità perché Civitavecchia non può permettersi un clamoroso autogol, perché di questo si tratterebbe, senza parlare delle conseguenze in  termini di perdita di posti di lavoro.

Civitavecchia 18 luglio 2018

Vittorio PETRELLI

Ripartiamo dai cittadini

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