‘Scuola, azienda agrituristica e stampa insieme per la valorizzazione del carciofo romanesco’: questo il titolo scelto dall’Istituto Professionale di via Federici per l’edizione di quest’anno. E giovedì 15 marzo nell’Aula Magna dell’Istituto Professionale di via Federici, Claudio Di Giovannantonio, Dirigente dell’ARSIAL, ha descritto agli studenti la storia dell’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura nel Lazio e la sua evoluzione dall’Ente Maremma alle strutture attuali.
In rappresentanza della stampa di settore è intervenuto Fabrizio Del Re, Direttore della Rivista di Enogastronomia e Turismo “Il Punto Magazine”.
“Desideriamo far conoscere agli allievi un capitolo importante del nostro passato e del nostro presente – ha dichiarato la Dirigente Scolastica dell’Istituto Alberghiero, Prof.ssa Vincenza La Rosa – Il tessuto economico di Ladispoli e del suo territorio deve molto alla Riforma fondiaria attuata dall’Ente Maremma negli Anni Cinquanta. Una cittadinanza consapevole e responsabile deve basarsi sulla conoscenza storica. Nella nostra cultura enogastronomica, quella che gli studenti saranno chiamati a portare nel mondo, ci sono radici che affondano nella storia familiare e nelle biografie di migliaia di ladispolensi. L’innovazione deve sempre sposarsi con la tradizione”.
E’ toccato a Claudio Di Giovannantonio, Dirigente dell’ARSIAL, accompagnato da Maurizio Targa, Referente del Progetto “Sapere i sapori”, ripercorrere le fasi principali dell’evoluzione dell’Ente Maremma, attivo già dal 1951 proprio per assicurare l’applicazione della Legge stralcio n. 841 del 21 ottobre 1950, voluta dal Governo De Gasperi: quella riguardante appunto la celebre Riforma agraria, finanziata in parte dai fondi del Piano Marshall e da alcuni storici considerata la più importante del secondo dopoguerra.
Il provvedimento – come ricordato da Claudio Di Giovannantonio – portò all’espropriazione coatta (ma ovviamente indennizzata) dei grandi latifondi, al fine di una redistribuzione delle terre ai braccianti agricoli, trasformati così in piccoli imprenditori. Buona parte delle attività economiche e delle aziende che oggi caratterizzano e connotano il territorio di Ladispoli – è stato ricordato – sono nate proprio sui lotti fondiari ritagliati dall’Ente Maremma per dare applicazione alla Riforma agraria degli Anni Cinquanta.
Da Ente Maremma ad ERSAL (Ente Regionale per lo sviluppo agricolo del Lazio), da ERSAL ad ARSIAL nel 1995 (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura nel Lazio), con aumentate competenze e funzioni dopo la soppressione, nel 1998, di Arpet (l’Agenzia Regionale di promozione enogastronomica tipica): questa la storia di un soggetto istituzionale di straordinaria rilevanza che oggi rappresenta a tutti gli effetti il braccio operativo dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Lazio.
Quale, dunque, la mission di ARSIAL? Favorire l’innovazione in campo agricolo e agro-industriale, sostenendo tutti i processi di trasformazione e di specializzazione. A questo fine sono nate, infatti, negli anni, le aziende sperimentali-dimostrative (una è a Cerveteri, al km 45 della via Aurelia, all’altezza di Furbara), concepite per contribuire alla specializzazione dell’agricoltura in determinati areali, attraverso la realizzazione di prove dimostrative sul trasferimento delle innovazioni.
Sostenere la crescita attraverso consulenze, interventi di assistenza tecnica, strumenti di carattere economico-finanziario: questo il compito di ARSIAL, cui si aggiunge, a partire dal 1998, anche la promozione delle eccellenze enogastronomiche del territorio regionale. Ma a tutto questo – ha spiegato Claudio Di Giovannantonio, mostrando agli studenti la carta pedologica del Lazio – si accompagna una capillare attività di diffusione della storia agricola, attraverso seminari, dibattiti e incontri nelle scuole. E nel corso della conferenza che si è svolta giovedì 15 marzo all’Istituto Alberghiero di Ladispoli si è parlato anche dello straordinario Progetto “Sulle terre della Riforma. Luce sull’Italia agricola”, nato dalla collaborazione con l’Istituto Luce di Roma (uno dei più importanti archivi audiovisivi del panorama nazionale e internazionale): un portale con moltissime immagini e filmati relativi agli anni della Riforma fondiaria degli Anni Cinquanta, che lascia sfilare paesaggi e volti di migliaia di uomini e donne protagonisti di quella che è stata, a tutti gli effetti, un’autentica epopea contadina.
A prendere la parola è stato quindi Maurizio Targa, Funzionario ARSIAL, giornalista e referente del Progetto ‘Sapere i Sapori’: “Desidero salutare gli studenti impegnati nel Progetto in corso. ‘Sapere i sapori’ è nato nel 1998, ha compiuto dunque 20 anni e rappresenta il programma storico con cui la Regione Lazio accompagna le scuole del proprio territorio nell’educazione ad una corretta alimentazione, ad un consumo consapevole, ma anche alla conoscenza del territorio e delle sue eccellenze. Dalla data della sua nascita, “Sapere i Sapori” ha coinvolto oltre mezzo milione di alunni nell’intera Regione Lazio. L’edizione 2017/18 – ha sottolineato Maurizio Targa – ha previsto un budget di 400mila euro e gli Istituti ammessi al contributo (Scuole primarie, secondarie di primo grado ed il primo biennio della Secondaria di secondo grado, oltre agli gli Istituti di Formazione al lavoro accreditati dalla Regione Lazio) sono stati 164. Ma le domande ricevute sono state 349 (erano 303 nella ’16/’17), a testimoniare l’estremo e crescente interesse suscitato dal progetto. Alcuni Istituti, addirittura, lo hanno svolto benché fuori dal finanziamento. Gli alunni raggiunti sono stati circa 28.980. Abbiamo anche lanciato un Bando speciale per i piccoli Comuni del cratere sismico reatino, – ha aggiunto Maurizio Targa, augurando buon lavoro agli allievi dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli – finanziando un progetto Speciale per Amatrice con 40mila euro e raggiungendo circa 810 alunni delle scuole del cratere”.
La seconda parte del convegno è stata dedicata all’importanza dell’informazione locale. Fabrizio Del Re ha presentato agli studenti di via Federici ‘Il Punto Magazine’, la rivista di enogastronomia da lui diretta. Del Re ha ripercorso la storia del giornale, sottolineando il ruolo insostituibile della stampa per la conoscenza dei luoghi e per la valorizzazione della loro identità. “Quando dieci anni fa pubblicammo il primo numero della rivista – ha ricordato Del Re – non esisteva nel territorio un giornale specializzato nel settore enogastronomico e turistico. Il Punto è stato il primo a scommettere sui social, puntando su Facebook, Instagram e sugli approfondimenti multimediali del QR Code. La stampa locale – ha aggiunto Del Re – dà voce ai cittadini, agli imprenditori e a tutti gli operatori del settore contribuendo a valorizzare le eccellenze di un territorio, il nostro, ricchissimo di prodotti tipici. Basti pensare, appunto, al carciofo romanesco, al caciofiore della campagna romana (formaggio Presidio Slow-Food), alla tellina amata da Federico Fellini, all’anguilla del Lago di Bracciano e a moltissime altre eccellenze”. Il Direttore del Punto, ripercorrendo le fasi del proprio percorso professionale, ha quindi mostrato agli studenti due puntate della Rubrica Rai ‘EatParade’ (una, quella del 19-5-2017, è dedicata proprio al carciofo romanesco di Ladispoli), che lo hanno visto protagonista e ‘ambasciatore del gusto’ nell’estate del 2017. Fabrizio Del Re ha poi ricordato agli allievi le regole auree del giornalismo (le stesse, mutatis mutandis – ha sottolineato – della retorica classica e medievale, da Cicerone a Tommaso d’Aquino), evidenziando le differenze fra la stampa on-line e il cartaceo.
E dopo l’esercitazione di giornalismo dedicata all’elaborazione di un articolo secondo la regola delle 5 W, docenti e studenti sono scesi nel Laboratorio di Sala-Bar per salutare i relatori. L’aperitivo che ha concluso il seminario, con finger food rigorosamente a base di carciofo romanesco (aspettando l’apertura della 68^ Sagra di Ladispoli), è stato preparato dagli studenti dell’Istituto Alberghiero, coordinati dai loro Docenti Prof. Carmelo Di Marco (Sala), Prof. Rocco Zezza (Enogastronomia) e dagli Assistenti tecnici Mauro Ceccobelli e Pietro Piccarisi.