“SI CONFERMANO LE DIFFICOLTÀ PER LE MICRO E PICCOLE IMPRESE”.
Nel primo trimestre 2018, la base produttiva del territorio metropolitano di Roma si è consolidata: in controtendenza rispetto alla media nazionale, si è registrato un tasso di crescita delle imprese positivo, con un saldo, tra iscrizioni e cessazioni, di 1.373 unità. Lo dicono i dati appena diffusi dalla Camera di Commercio. Ma non tutti i comuni sono virtuosi. E tra quelli in rosso c’è Civitavecchia, dove le chiusure, 85, hanno superato le aperture di attività, ferme a 79. Insomma, – 6 imprese.
“Anche se i numeri del primo trimestre non sono mai brillanti per un problema relativo alla contabilizzazione delle cessazioni, non può non preoccupare – osserva il presidente della CNA di Civitavecchia, Alessio Gismondi – il fatto che nel nostro comune non si interrompe la serie negativa. Ricordo, infatti, che anche il 2017 si è chiuso con il segno meno, seppure con un perdita di 2 unità: 260 imprenditori hanno abbassato la saracinesca e 258 hanno avuto il coraggio di tirarla su”.
Attualmente le imprese registrate che operano a Civitavecchia sono, complessivamente, 4.380.
“Indubbiamente le condizioni del mercato continuano a suggerire cautela, ma non è solo ciò a frenare nuovi investimenti, a scoraggiare. Creano forte apprensione – evidenzia Gismondi – la cattiva burocrazia, la carenza di credito e la pressione fiscale ormai pesantissima. Si consideri oltretutto che a quest’ultima, a livello comunale, non corrisponde neppure una qualità decente dei servizi”.
“Per stimolare la nascita di attività economiche e consentire al sistema delle micro e piccole imprese di irrobustirsi, occorre rimuovere rapidamente questi ostacoli e puntare con determinazione – conclude il presidente della CNA – su politiche di sostegno all’innovazione, anche per facilitare l’apertura a nuovi mercati, soprattutto a quelli internazionali”.