Privilege, niente ricusazione per la curatrice fallimentare De Rosa
Niente ricusazione per la curatrice fallimentare della Privilege Yard Daniela La Rosa. Lo ha deciso il giudice Giuseppe Bianchi lunedì scorso. Il giudice aveva ricevuto da parte di alcuni creditori la richiesta di sostituire la curatrice fallimentare per inadempienze che ci sarebbero state nel portare avanti il fallimento ma ha ritenuto non opportuno il suo giudizio riversando le eventuali decisioni e responsabilità sul comitato dei creditori che, insieme alla De Rosa sta portando avanti il fallimento.
Un fallimento sempre più complicato. Notizia ormai ufficiale è l’istanza di sospensione relativa alla vendita dello scafo P430. L’offerta della maltese Royalton Investments limited di circa 13 milioni e 100 mila euro potrebbe essere al momento bloccata. I legali della Air Impianti hanno infatti effettuato questo atto a tutela dei propri clienti in quanto, secondo loro, il prezzo di vendita dello scafo sarebbe troppo basso a fronte del reale valore dell’imbarcazione.
Secondo i legali della AR Impianti il solo ferro presente nello scafo varrebbe, se venduto a parte, più del doppio del prezzo di vendita dell’intero scafo.
Ora la “boa” passa al comitato dei creditori che lavora con la curatrice fallimentare. Un rapporto che potrebbe iniziare a scricchiolare dopo la decisione del giudice che di fatto responsabilizza ancor di più il comitato nei confronti dei creditori stessi.
Potrebbe scricchiolare anche alla luce delle nuove anomalie che stanno emergendo dagli atti dell’inchiesta penale che segue, parallelamente, quella civile.
Uno dei motivi che spingerà alcuni creditori a presentare un’azione di responsabilità nei confronti della dottoressa De Rosa è su come abbia accuratamente evitato di chiedere soldi indietro a chi ne aveva ricevuti tanti e non consegnato i lavori.
Un esempio su tutti quello dei motori della grande nave. Tre motori che la Privilege Yard ha pagato quasi del tutto. Circa 10 milioni di euro già pagati per la propulsione (3 x ABB Azipod CO).
Pochi spiccioli rimasti da consegnare ai produttori e quindi la possibilità per loro di rivenderli e guadagnarci il doppio.
Perché la De Rosa non avrebbe chiesto la restituzione, anche in parte dei soldi venduti per i motori?
Questo però non è che uno dei 40 fornitori che avrebbero ricevuto una montagna di quattrini ai quali non è stato chiesto in alcun modo di stornare le cifre. Cifre che se messe insieme mettono paura per la somma che raggiungono e che gettano tante, troppe ombre sull’operato della curatrice fallimentare.
Nel frattempo, come detto, anche la parte penale continua il suo iter.
Lunedì prossimo il sostituto procuratore Mirko Piloni e la collega Allegra Migliorini sentiranno Angelo Di Paolo, il consulente che effettuò la perizia estimativa sul valore dell’imbarcazione per richiedere finanziamenti alla Barclays Bank di Londra.
Non solo. Nell’arco della stessa giornata sarà ascoltato anche Mario La Via per un autunno che si preannuncia davvero caldo sul fronte fallimentare.
Non dimentichiamo che a Civitavecchia ci sono anche altri grandi fallimenti che stanno facendo trepidare aziende e lavoratori. Dalla Securpol (oggetto anche di interrogazioni parlamentari) ad Alitalia.
Per adesso l’appuntamento per fotografi e giornalisti per una prima foto post fallimento della Privilege Yard è per lunedì alle 9 ma a quanto pare non mancheranno altri colpi di scena.
L’ultimo potrebbe essere quello della vendita della vendita dello scafo. La Royalton non ha ancora pagato i 13 milioni di euro dello scafo che il mega yacht è già in vendita, finito, su internet.
(Fonte: www.etrurianews.it)