La prevenzione della diffusione del Covid- 19 sul territorio Nazionale è un impegno massivo che coinvolge cittadini ed istituzioni. Prevenire a tutti i costi la diffusione del Covid-19 in carcere è urgente e necessario.
Il Sottocomitato delle Nazioni Unite per la prevenzione della tortura ed il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’ Europa hanno invitato i governi ad adottare al più presto tutte le misure possibili di prevenzione, compresa la riduzione del numero dei detenuti.
L’emergenza COVID-19 ha reso necessario l’attivazione di misure straordinarie in ambito penitenziario al fine di ridurre la diffusione dell’infezione e la maggior parte dei Paesi europei, ha adottato misure che ledono, in parte, i diritti dei cittadini detenuti provocando qualche reazione di protesta, come la sospensione delle visite da parte di familiari e parenti e di altre attività esterne che possono favorire la contaminazione dell’ambiente detentivo. Per ridurre la distanza sociale dei cittadini detenuti, molti Paesi, fra cui l’Italia, ha cercato di favorire la comunicazione attraverso l’acquisto di dispositivi mobili (smartphone) e l’attivazione di canali di videoconferenza attraverso i quali i detenuti potranno contattare i propri familiari e i propri legali con modalità controllata.
Su indicazione del Direttore Generale, della Direttrice degli Istituti Penitenziari, della Direttrice del Distretto 1, della Direttrice del DSM e del Direttore del DAPSS, abbiamo dato il via alla stesura del “Progetto formativo per emergenza COVID-19 negli Istituti Penitenziari della ASL Roma 4: Le buone prassi nell’emergenza COVID-19”.
A partire dal 23 aprile 2020 è iniziata la prima fase del progetto formativo rivolto ai detenuti degli Istituti Penitenziari di Civitavecchia. Dal 26 maggio all’11 giugno 2020 si terrà la prosecuzione dell’azione formativa, questa volta destinata a tutto il personale della Polizia Penitenziaria, in modo da guidare complessivamente le azioni di prevenzione anche nella fase II dell’emergenza COVID 19.
Lo scopo prioritario di questo progetto è quello di delineare e realizzare un percorso formativo che nasca dalle esigenze della popolazione reclusa, andando a colmare eventuali vuoti di conoscenze.
Quanto sopra al fine di ridurre la paura del contagio di persone che condividono uno stesso ambiente (aumentando la consapevolezza e le capacità di autogestione della propria salute), facilitare
l’empowerment della popolazione detenuta anche in previsione del ritorno presso il proprio domicilio, al termine del periodo detentivo e di raccogliere idee e consigli dei detenuti e della Polizia Penitenziaria rispetto ad ulteriori azioni da mettere in campo.
L’obiettivo primario è garantire alla popolazione detenuta che insiste sul territorio della ASL Roma 4, informazioni aggiornate sulla emergenza Covid 19, in base alle conoscenze attualmente disponibili, rispondendo ai quesiti posti durante gli incontri e alle domande direttamente pervenute dai detenuti
attraverso i “peer supporters”:
- Favorire la responsabilizzazione della persona detenuta rispetto al proprio stato di salute, della salute degli altri e al proprio ruolo attivo all’interno del percorso di “rieducazione sociale e civile” durante il periodo detentivo;
- Garantire al personale degli Istituti Penitenziari un ambiente in cui, coloro che lo abitano, siano promotori della salute ed applichino comportamenti sociali finalizzati alla tutela comunitaria;
- Promuovere la responsabilizzazione rispetto al proprio stato di salute, a tutto il personale degli Istituti Penitenziari.
Le attività formative sono state garantire durante tutte le giornate previste, da un gruppo multidisciplinare dedicato, costituito da uno psicologo, personale del Dipartimento delle Professioni Sanitarie e Sociali e da un medico.
Dopo aver effettuato una ricognizione insieme ai detenuti “peer supporters”, sono state raccolte delle domande per focalizzare la pianificazione della formazione.
L’obiettivo è stato quello, secondo l’etimologia della parola educare (Dal lat. educare, intens. di educĕre ‘trar fuori, allevare’ sec. XV), di tirar fuori dagli stessi detenuti, concetti e argomenti sul tema oggetto della formazione.
Si è cercato di sensibilizzare i discenti a sviluppare/rafforzare dei comportamenti virtuosi, al fine di aumentare i livelli di attenzione e vigilanza per stimolare le risorse interne ed esterne, nella ricerca di strategie di maggiore protezione.
Il team multidisciplinare della ASL Roma 4 ha rivolto gli incontri formativi a gruppi giornalieri, di 10 massimo 15 detenuti e successivamente al personale della Polizia Penitenziaria, di massimo 10 persone per volta, articolando i periodi formativi presso i due Istituti penitenziari la mattina e il pomeriggio.
Al fine di monitorare lo stato di benessere della popolazione detenuta e del personale della Polizia Penitenziaria, in questo particolare stato di emergenza, si è pensato di somministrare in tempi diversi il Questionario dell’OMS sullo stato di benessere versione 1998 Who, per la popolazione detenuta in forma cartacea: in due tempi (T0– T1) dove T0 è prima della riapertura dei colloqui e delle attività intrapenitenziarie e T1 dopo 15 giorni dalla riapertura dei colloqui e delle attività intrapenitenziarie, invece per il Personale di Polizia Penitenziaria: in tre tempi (T0 – T1 –T2) dove T0 è prima del percorso formativo, T1 dopo 15 giorni dal termine del percorso formativo e T2 a distanza di un anno dalla formazione, utilizzando google form per avere la somministrazione in digitale.
Sono stati raggiunti 270 detenuti nei due Istituti così suddivisi: 202 detenuti presso il Nuovo Complesso e 68 detenuti della Casa di Reclusione.
Mentre per il Nuovo Complesso è stato raggiunto lo standard del 60% prefissato nel progetto in oggetto,
per la Casa di Reclusione è stato raggiunto quasi il 100% della popolazione detenuta. Si può ipotizzare che
tale differenza sia dettata dal diverso contesto detentivo.
Al termine del progetto formativo, si analizzeranno i dati raccolti per valutare l’impatto del percorso effettuato e pensare a percorsi futuri, sempre nell’ottica della prevenzione di infezioni presso gli Istituti Penitenziari, magari da condividere anche con altre sedi regionali.
Asl Roma 4