Giancarlo Frascarelli (Forza Italia) mette in luce gravi “stranezze” sul monitoraggio ambientale.
La vicenda delle rilevazioni della qualità dell’aria è sintomatica di una realtà a nostro avviso ben più grave di quella che sembra. Perché è stato portato fuori dal nostro territorio un monitoraggio fondamentale per la tutela della salute pubblica, il
cui massimo responsabile, va ricordato in questa sede, è il sindaco.
Come si ricorderà, si è svuotato l’Osservatorio Ambientale, controllato dal voto dei cittadini, attraverso le amministrazioni
del comprensorio, e si sono pure persi numerosi posti di lavoro di valenti tecnici locali. Ma per fare cosa? Per dare all’Arpa Lazio, in quanto espressione tecnica, il servizio quadriennale di monitoraggio, per una base d’asta di quasi quattro milioni e mezzo di euro. Poi però si scopre che Arpa ha ricevuto una sola offerta per l’affidamento di detto servizio, con uno sconto irrisorio, e che la figlia di un ex dirigente di Arpa Lazio lavora proprio presso la ditta che è stata incaricata di sorvegliare sulla qualità dell’aria di noi tutti. Scavando, ne emerge un quadro nel quale un cerchio magico di tecnici, legati tra loro da rapporti di parentela, o di lavoro, non senza passare attraverso collaborazioni comuni a Fondazioni ed altri enti privati, con partecipazioni
di “grandi produttori di energia elettrica”, produce la relazione che “convince” l’attuale sindaco di Civitavecchia ad affidare
ad Arpa tutto il sistema, con una spesa annua che da 300mila euro passa a 500mila euro e con indici di rendimento che dal
95% dei tempi dell’Osservatorio passano ad un più modesto 75%.
Tutto questo è avvenuto nella città dei paladini i paladini dell’ambiente stessi, nel frattempo entrati direttamente o indirettamente nelle cosiddette stanze dei bottoni, abbiano detto una parola.
Oggi vogliamo fornire loro la fotograia, frutto di una ricerca su internet che anche loro potevano fare, di un quadro che fa
saltare dalla sedia. Fosse accaduto cinque anni fa, avrebbero o meno gridato allo scandalo Cozzolino, Manuedda, Ricotti, Galletta e compagnia cantante? Noi siamo certi di sì. Se non se ne sono accorti, perché non ne sono stati capaci, gli consegniamo tutte le carte. Però gli amministratori di questa città hanno convissuto, peraltro contribuendo loro stessi con decisioni ed atti pubblici, con una situazione di grave opacità.
E proprio nel settore dell’ambiente e della tutela della salute, sul quale tanto hanno puntato in campagna elettorale
per convincere i cittadini a dare loro il voto. Ciò senza dimenticare che, ignorando noi se vi siano profili da indagare ulteriormente da parte delle autorità preposte, la moralità di fondo risulta a nostro avviso gravemente compromessa, agli occhi dei cittadini. I risultati? Si è sottratto al democratico controllo dei cittadini, attraverso l’Osservatorio Ambientale, il sistema di monitoraggio; si sono persi posti di lavoro sul territorio, e con la scusa di affidare tutto ai “tecnici” si è permesso che il
sistema diventasse strumento di operazioni poco chiare, che qualcuno tempo fa avrebbe definito di “conflitto d’interesse”.
È questa la “nuova politica”?