Lutto mondiale per la morte del Pibe de Oro, scomparso a 60 anni per un attacco cardiorespiratorio.

Il 17 maggio del 1990 con la sua Argentina sfidò i nerazzurri di mister Montez: segnò il 2-0 nel secondo tempo.

Se ne è andato troppo presto il più grande calciatore di tutti i tempi. Dopo l’operazione al cervello per un ematoma, mercoledì scorso il mondo intero ha dovuto dire addio al Pibe de Oro Diego Armando Maradona, considerato il Dio del Calcio. Il 30 ottobre Maradona aveva compiuto 60 anni. L’argentino, in qualità di capitano, aveva fatto vincere al proprio paese la Coppa del Mondo nel 1986 e poi giocando nel Napoli aveva conquistato due scudetti della serie A nel 1987 e nel 1990. In vent’anni di carriera ha definito tutti i confini e l’immagine del suo sport, diventando davvero un’icona sportiva mondiale, contribuendo ad aumentare di gran lunga la popolarità del calcio nel mondo. A Napoli, città dove ha vissuto per anni, Diego era l’asso che alla fine degli anni ottanta permise al calcio del sud Italia di affrontare e vincere le corazzate del nord.
E non solo verrebbe da dire: Maradona venti giorni prima dell’inizio del Mondiale di Italia ’90, mentre si trovava a Trigoria in ritiro con la sua Argentina, venne a Civitavecchia per sfidare il Civitavecchia allo stadio comunale Giovanni Maria Fattori davanti a più di duemila persone. Un’emozione indescrivibile e un ricordo indelebile che tutta la città è il comprensorio non scorderà mai, soprattutto il suo gol su punizione al decimo minuto del secondo tempo. Una rete, quella del definitivo 2-0, che oggi viene ricordata con le lacrime agli occhi, perché con la scomparsa di Diego Armando Maradona se ne va un’icona che del calcio ne ha fatto davvero un’arte meravigliosa.

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