Come sarebbe la nostra vita senza il calendario e senza l’orologio?
Abituati come siamo a rincorrere i minuti e le innumerevoli scadenze, i tanti impegni e gli obiettivi e a rispettare gli appuntamenti sarebbe il caos totale. Un po’ come l’11 settembre del 2001 quando due aerei si schiantarono contro le torri gemelle del World Trade Center a Manhattan. L’intero pianeta piombò nel panico e nel caos. Gli aereoporti di tutto il mondo si fermarono come anche l’economia e i mercati. Un evento che per qualche giorno sconvolse il mondo. Nessuno si poteva immaginare una cosa simile. Allo stesso modo, se non di più, verrebbe vissuta l’improvvisa scomparsa del calendario e degli orologi. Il panico e il caos. A dire il vero basta poco oggi a mandare nel panico e nel caos la gente. Pensiamo al 2007 e l’annuncio della crisi economica e del crollo delle borse. Basta che in televisione qualche volto autorevole e famoso dica che c’è un problema che scatta subito la reazione collettiva di panico. Noi non le vediamo le nostre sbarre e le nostre catene ma ci sono e sono nelle nostre menti. L’impatto dei due aerei sulle torri gemelle, in realtà, non ha cambiato nulla sul pianeta terra, tant’è che di lì a qualche giorno tutto è ripreso esattamente come prima. Anche l’annuncio della crisi economica del 2007, in realtà, non ha cambiato nulla. Oggi viviamo esattamente come prima, forse leggermente peggio, ma il pianeta è sempre lo stesso come la vita delle persone. Qualche vittima sacrificale sull’altare dell’interesse di qualcuno e tutto torna come prima. Certo è cambiata la percezione della vita, oggi fondata sulla paura e sull’incertezza del futuro, che ha permesso ad alcuni governi di intraprendere nuove campagne militari con l’appoggio della gente spaventata e l’arricchimento, senza precedenti e senza limiti, di alcuni gruppi bancari e di alcune multinazionali senza nessuna conseguenza per loro. Alla gente comune del pianeta è peggiorato lo stile di vita mentre ad un elite è cresciuto il conto in banca, ma in realtà non è cambiato proprio nulla, la vita continua come prima seguendo più o meno le stesse logiche e le stesse abitudini. Se un giorno ci annunciassero che non ci sono più gli orologi e i calendari, dopo un breve periodo di panico e qualche vittima, non cambierebbe proprio nulla, prima o poi ci adatteremmo alla nuova situazione. Solo che, senza questa organizzazione del tempo, forse, diventeremmo più attenti ai cicli della natura, agli eventi atmosferici e agli elementi. Forse ritorneremmo più concentrati sul “qui e ora”, sul momento presente, su ciò che ci accade e ci circonda in questo preciso momento. Mentre adesso dobbiamo ricordarci che la realtà è “l’adesso” e che il “qui e ora” è l’unico momento in cui siamo realmente vivi e possiamo decidere che fare perché il passato è passato e il futuro deve ancora venire, senza la schiavitù degli orologi e del calendario vivere il nostro presente sarebbe normale e automatico. Saremmo tutti più svegli e attenti a ciò che ci accade in questo preciso momento e meno soggetti alle suggestioni di massa e alle manipolazioni collettive ad opera di questi gruppi di potere che ci spaventano e ci angosciano le menti per migliorare il loro profitto e accrescere il loro potere. La politica, l’economia e le religioni da sempre sono strumenti di un’èlite per gestire il potere ed esercitare il controllo sulle masse e la cornice di questo sistema è la gestione del tempo. La vera ricchezza di ogni singolo uomo è il suo tempo e la libertà di decidere che farne. Ecco perché chi comanda questo mondo si è inventato il calendario e gli orologi, così da gestirlo lui il nostro tempo al posto nostro. Quanto tempo abbiamo per noi? Quanto decidiamo del nostro tempo e come spenderlo? Controllando il nostro tempo controllano la nostra vita, spaventandoci sul futuro e mettendoci gli uni contro gli altri ci hanno chiuso dentro un recinto. La vera sfida è remare contro questo sistema, ridestare le nostre coscienze e riappropriarci del nostro tempo e dell’esercizio del nostro libero arbitrio. La vita e la realtà sono “qui e adesso” e il tempo deve tornare ad essere una nostra proprietà e un nostro diritto.
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